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Come può un’azienda muoversi nel mercato del Kenya?

Come può un’azienda muoversi nel mercato del Kenya?

Alice for Children lavora in Kenya da oltre diciotto anni e conosce profondamente il contesto in cui opera. Dal punto di vista sociale, economico, culturale, oltre che relazionale e commerciale.

Nel prossimo futuro il Kenya – come del resto alcuni dei maggiori paesi dell’Africa – offrirà grandi orizzonti di crescita e tante opportunità, a chi volesse esportare i propri prodotti ma anche importare o delocalizzare. E’ necessario però approcciarsi al Paese con le coordinate e l’atteggiamento giusto.

Il pil del Kenya cresce in maniera robusta da molti anni, il Paese e la società civile si stanno progressivamente evolvendo, nonostante perdurino un clima sociale sempre ‘vivace’, e grandi sacche di povertà, specie nelle baraccopoli in cui noi di Alice for Children lavoriamo.

La chiusura del cerchio

È la conoscenza dei problemi del Continente, oltre che del Paese, che è alla base della nostra filosofia ‘From Slum To Job’. E ci ha ispirato l’idea che a un percorso educativo ‘standard’ molto solido, i ragazzi che sosteniamo – dall’orfanotrofio e dalle scuole nello slum fino al primo stage lavorativo- debbano aggiungere altri valori e asset formativi. Frequentare AIFA (Alice Italian Food Academy) e la nostra Digital School li mette nelle condizioni di far valere competenze ancora più specifiche su due ambiti, la cucina italiana e il digitale, che anche in Kenya possono risultare efficaci per trovare un buon lavoro ed un ruolo soddisfacente nella società.

Crediamo però che senza lo sviluppo economico e sociale del Paese, i sogni dei nostri ragazzi possano comunque non avverarsi. Così pensiamo sia giusto offrire la nostra esperienza sul campo per ‘accelerare’ i processi già in corso e supportare chi vuole contribuire allo sviluppo del Kenya. Possiamo cioè svolgere un ruolo di ambasciatori per le aziende che volessero avere un contatto ‘sano’, onesto e bilanciato, con questi nuovi paesi e mercati, che anche nei prossimi decenni – dice la demografia – saranno costituiti in maggioranza da giovani e con la naturale prospettiva di realizzare un futuro migliore.

Possiamo aiutare le aziende che pensano al Kenya e all’Africa ad orientarsi in maniera corretta e non velleitaria in questo contesto così diverso da tutti gli altri sul pianeta. E per farlo stiamo creando un network di ‘facilitatori’ e decodificatori, e che può mettere in campo anche il know how più specifico e tecnico di alcune società di consulenza che condividono lo stesso nostro impianto valoriale.

Oltre che a fare riferimento (immancabile) alle più accreditate entità pubbliche, a Sace e Simest e poi anche all’ambasciata italiana di Nairobi e all’Istituto commerciale italiano (ICE), vi suggeriamo quindi di interrogare anche alcuni nostri partner, a cominciare da VadoinAfrica.com (VIA GROUP Srl) del nostro amico e sostenitore Martino Ghielmi. Insieme ad alcuni partner locali, Ghielmi è in grado di mostrare come il Kenya possa divenire una buona opzione per le esportazioni e per gli affari, ma anche per chi cerca la collaborazione con aziende locali.

Tutti insieme, quindi, abbiamo creato un osservatorio di analisi dedicato proprio alle aziende che intendono esplorare il mercato keniota. La nostra piccolissima parte è solo quella di mettere a fattor comune la conoscenza consolidata dell’ambito sociale del paese.

Molte aziende sostengono i nostri progetti umanitari e ci chiedono di conoscere ed esplorare le opportunità offerte dal mercato commerciale del Kenya.

Capendo che il mercato del Paese diventerà sempre più importante per le imprese italiane, abbiamo messo a punto una partnership con un nostro sostenitore Martino Ghelmi che è anche un accreditato operatore italiano con la sua società di consulenza  – vadoinafrica.com (ViA Group Srl) -che aiuta da anni le aziende italiane a lavorare in Africa , creando un osservatorio dedicato specificamente alla conoscenza del mercato commerciale del Kenya insieme ad operatori di marketing kenioti.

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