L’intervista concessa da William Ruto ad Al Jazeera si colloca in un momento cruciale per il Kenya e per l’Africa. Il presidente si prepara alle elezioni del 2027 e cerca di trovare una dimensione mediatica e globale che minimizzi, per converso, la portata dei suoi eventuali competitor dell’opposizione. Gli fa sponda, in questo caso, la tv qatariota, che ha un peso notevole nel mondo arabo.
Ruto e gli USA
Il Kenya è stato recentemente designato dagli Stati Uniti come “major non-NATO ally”. Si tratta di un riconoscimento che rafforza il suo ruolo strategico nel continente. Ma va detto che il quadro è in realtà più complesso. E’ vero pure, ad esempio, che è saltato il viaggio a Nairobi del vicepresidente Usa, JD Vance. L’incontro programmato è stato annullato dopo che Donald Trump ha bocciato l’idea di fare svolgere un G20 in Sudafrica, paese ritenuto non amico – in questa fase – dalla Casa Bianca. Non andando a Pretoria, quindi, Vance non andrà nemmeno da Ruto.
La conversazione tra il presidente della repubblica keniota e la giornalista della tv qatariota ha toccato temi che spaziano dalla geopolitica globale alla sicurezza interna, passando per il debito, il cambiamento climatico e le missioni di pace. L’obiettivo di Ruto era chiaro: presentare il Kenya come un attore affidabile e influente, capace di mediare conflitti e attrarre investimenti, pur affrontando sfide interne significative. Ma vediamo le sue posizioni sui vari macrotemi, fatto salvo poi analizzare anche il fact checking che il giornale Nation ha proposto stamane sulle risposte del presidente.

La Cina ed il bilanciamento geopolitico
Uno dei punti centrali è stato il rapporto con le grandi potenze. Ruto ha sottolineato la necessità di mantenere un equilibrio tra Washington e Pechino, evitando di cadere nella trappola delle rivalità geopolitiche. Il Kenya, come molti Paesi africani, dipende dagli investimenti cinesi per infrastrutture e dai legami commerciali con gli USA per tecnologia e sicurezza. Ruto ha insistito sul fatto che Nairobi non vuole essere “campo di battaglia” per le tensioni tra le due potenze, ma piuttosto un ponte per la cooperazione.
Debito e riforma dell’architettura finanziaria globale
Il presidente ha affrontato il tema del debito estero, una questione pressante per il Kenya e per molti Paesi africani. Ha chiesto una riforma dell’architettura finanziaria internazionale, denunciando un sistema che penalizza le economie emergenti con tassi di interesse elevati e condizioni onerose. Secondo Ruto, senza un cambiamento strutturale, gli Stati africani resteranno intrappolati in cicli di indebitamento che ostacolano lo sviluppo.

Cambiamento climatico e sviluppo sostenibile
Un altro tema chiave è stato il cambiamento climatico. Ruto ha evidenziato come il Kenya, pur contribuendo in minima parte alle emissioni globali, sia tra i Paesi più colpiti dagli effetti del riscaldamento globale, con siccità ricorrenti e crisi alimentari. Ha invocato investimenti massicci in energie rinnovabili e agricoltura resiliente, sottolineando che la lotta al cambiamento climatico non può essere separata dalla lotta alla povertà. In questo senso, il Kenya si propone come leader regionale nelle politiche green, cercando di attrarre capitali per progetti sostenibili.
Gaza: una posizione equilibrata ma diversa dagli Usa
Uno dei passaggi più delicati dell’intervista riguarda il conflitto israelo-palestinese. Ruto ha ribadito il sostegno alla soluzione dei due Stati e ha condannato gli eccessi di entrambe le parti. Nairobi cerca di preservare una certa autonomia diplomatica, consapevole della sensibilità del tema nel mondo arabo e africano. La scelta di non allinearsi completamente agli USA riflette una strategia di equilibrio tra interessi globali e percezioni regionali
Ruolo del Kenya nelle missioni di pace: Sudan e Haiti
Ruto ha rivendicato il ruolo del Kenya come attore di pace. Ha parlato della mediazione nel conflitto sudanese, respingendo le accuse di parzialità, e della missione di polizia ad Haiti, dove Nairobi guida un contingente internazionale finanziato dagli Stati Uniti. L’invio di 1.000 agenti in un contesto ad alto rischio come Port-au-Prince è una mossa audace, che mira a consolidare l’immagine del Kenya come partner globale nella sicurezza.
Sicurezza interna e diritti umani
Sul fronte interno, Ruto ha difeso la linea dura contro la criminalità, incluso il controverso ordine di sparare alle gambe durante l’ultima tornata di manifestazioni Ha dichiarato di non pentirsene e ha valutato il suo operato con un punteggio di 8/10 rispetto alle aspettative dei cittadini.
Reputazione internazionale
Ruto vuole posizionare il Kenya come hub regionale di stabilità e innovazione. La designazione come alleato non-NATO, la leadership nelle missioni di pace e la partecipazione ai dibattiti globali su clima e finanza rafforzano questa narrativa.
L’intervista offre un ritratto di un leader ambizioso, che cerca di trasformare il Kenya da attore regionale a protagonista globale. Le sue posizioni su debito, clima, Gaza e sicurezza delineano una visione pragmatica, ma non priva di rischi.
Il riesame di Nation
Il Daily Nation (tramite anche le trasmissioni di NTV) ha pubblicato un fact-check sulle affermazioni di William Ruto nell’intervista ad Al Jazeera, concentrandosi su economia, agricoltura, istruzione e sanità.
Crescita economica
Ha sostenuto che l’economia keniota è “in ripresa” e che la crescita è superiore alla media africana. I dati ufficiali mostrano una crescita intorno al 5%, ma con forti pressioni inflazionistiche e disoccupazione giovanile elevata. Il claim è parzialmente vero: la crescita c’è, ma non si traduce in miglioramento diffuso del tenore di vita. Ruto ha rivendicato di aver ridotto drasticamente il costo dei fertilizzanti per sostenere gli agricoltori. La verifica di Nation dice che il programma di sussidi è reale, ma è stato colpito da scandali (fertilizzanti contraffatti) e distribuzione irregolare.
Copertura sanitaria universale
Ruto ha affermato che il Kenya ha avviato un sistema di assicurazione sanitaria universale. Secondo gli esperti di Nation il progetto è stato lanciato, ma la copertura è molto limitata e non raggiunge la maggioranza della popolazione.
Istruzione e borse di studio
Ruto ha parlato di investimenti significativi nell’istruzione e nell’accesso alle borse di studio. Il fact check dice che gli investimenti ci sono, ma il finanziamento alle università è in crisi e le proteste studentesche lo dimostrano.
Debito pubblico
Ruto ha minimizzato il peso del debito, sostenendo che quello del Kenya è “gestibile”. La verifica dice che il debito supera il 65% del PIL e il servizio del debito assorbe gran parte delle entrate fiscali. Gli analisti lo considerano critico, quindi il claim è fuorviante.
Occupazione giovanile
Ruto ha dichiarato nell’intervista che il suo governo ha creato centinaia di migliaia di posti di lavoro. La realtà è che alcuni programmi (digital jobs, edilizia) esistono, ma la disoccupazione giovanile resta sopra il 30%.
Il giornale alla fine evidenzia un gap tra narrativa e realtà: molte iniziative sono state avviate, ma i benefici sono limitati e spesso ostacolati da corruzione, inefficienza e crisi economica. La percezione pubblica rimane negativa, nonostante i progressi parziali.