Le donazioni in Italia? I più generosi – in chiave regionale – sono nel Trentino Alto Adige, al primo posto sia per numero di donatori che per numero di volontari. Al secondo posto per donatori c’è la Valle d’Aosta, al terzo la Toscana, ma con Friuli, Umbria ed Emilia molto vicini. Sopra la media nazionale anche Piemonte, Lombardia, Liguria, Marche, Lazio e veneto, nell’ordine.

A produrre più volontari, invece, oltre al Trentino, ci sono Friuli, Umbria, Valle d’Aosta, Emilia Romagna, Veneto, tra le regioni oltre il 10%. In fondo ad entrambe le classifiche ci sono Campania e Sicilia. Ma è solo un particolare emerso da una ricerca molto curata e ampia.
Il dono, fotografia
Una fotografia ben scattata del fenomeno donazioni. Uno studio ricco di apporti di ricerca articolati e ben costruito. A Milano nella sede BPER Banca di via Mike Bongiorno, sostenitrice per la seconda volta di questo evento, la presentazione dei dati della XXIII indagine dell’Istituto Italiano della Donazione (IID) sull’andamento delle raccolte fondi degli enti non profit in Italia e dell’8° rapporto sul dono in Italia.
Il rapporto è il frutto del lavoro dell’Osservatorio sul dono costituito da IID nel 2018, e in occasione del Giorno del Dono, ha l’obiettivo di condividere dati, analisi e tendenze con le imprese, l’opinione pubblica, i media e il terzo settore.

Con l’Indagine sulle Raccolte Fondi dell’IID, arrivata alla sua XXIII edizione, viene tracciata una descrizione approfondita delle raccolte fondi del non profit, mentre il donatore è al centro dell’indagine Doxa “Italiani solidali”, realizzata su un campione di 2000 individui attraverso interviste quantitative in profondità. Il contesto di riferimento viene analizzato grazie al contributo Istat “Aspetti della vita quotidiana” (AVQ) condotta su un campione di 20.000 famiglie e 50.000 cittadini. Infine, partendo dall’Italy Giving Report di Vita Non Profit Magazine, “Noi doniamo” esplora il valore delle donazioni complessive da privati cittadini nell’ultimo anno fiscale disponibile, il 2022.

Un regalo per il sistema
Un dono per il sistemaModeratore Giulio Sensi, ha aperto i lavori il saluto di Daniele Pedrazzi: “Per noi gli esiti della ricerca sono strumento di lavoro, siamo orgogliosi di ospitare e sostenere un network così importante di attori del mondo del terzo settore” ha detto il Responsabile BPER Bene Comune.
Si sono quindi succeduti gli interventi di Ivan Nissoli (Presidente IID), Vanessa Pallucchi (Portavoce Forum Nazionale Terzo Settore), Chiara Tommasini (Presidente CSVnet), Raffaele Amore (Presidente CESVOLAB). Poi sono stati protagonisti i dati con la illustrazione dell’8° rapporto “Noi doniamo” a cura di Cinzia Di Stasio, Direttrice IID.

Il presidente IID Ivan Nissoli ha dichiarato: “Il report “Noi doniamo” è un’occasione di rilettura e aggiornamento della cultura solidale in Italia, per questo è un utile strumento non solo per registrare gli andamenti delle forme di dono, ma anche e soprattutto per fornire chiavi di lettura su come tali pratiche si modificano ed evolvono. Poter contare su un Osservatorio, che ogni anno analizza l’evoluzione del rapporto fra le persone e il dono, è una preziosa opportunità sia per l’opinione pubblica che per gli enti del terzo settore che possono così leggere, in modo qualificato e analitico, il mondo che li circonda. il rapporto stesso vuole essere un dono che aiuta tutti gli attori a rafforzare le relazioni con i propri sostenitori, ad impreziosirle, a rispondere alle tante sfide che incontrano ogni giorno.
Di Stasio ha esordito ricordando che nello studio vengono prese in considerazione tre dimensioni del dono. La donazione economica e quella di tempo (volontariato) sono state analizzate inevitabilmente con più dettaglio dalla direttrice di IID, che ha però ricordato come sia importante anche la terza dimensione della ‘generosità’, ovverosia quella della donazione biologica (sangue, organi, etc etc…).
La base statistica da cui si attinge in maniera principale è l’Istat e, in particolare, la parte delle indagini ‘Aspetti della vita quotidiana’.

La ricerca: donazione economica, in crescita il numero di donatori
Sulle donazioni economiche i dati Istat dicono che nel 2024 una percentuale dell’11,6% degli italiani con età superiore ai 14 anni ha donato denaro. In valori assoluti si traduce in circa 6,210 milioni di persone. Questo numero è cresciuto di 330mila persone (+0,6%) rispetto al 2023.
Un dato basso? No. Secondo Di Stasio dà piuttosto una indicazione di tendenza positiva, e suggerisce una ripresa che se non allinea ancora il dato dell’anno scorso a quello pre-Covid, ma lo avvicina.
Le donazioni informali – quelle che raggiungono direttamente le persone – in questo contesto flettono leggermente, al 50% secondo Doxa con una flessione del -5% rispetto al 2023.
Tornando alle donazioni ‘normali’, che transitano attraverso associazione non profit, ha ricordato Di Stasio, secondo ‘Italy Giving Report di Vita’ salgono del 9,83%.
In Rete un dato importante citato dalla direttrice di IID: il Terzo settore in Italia sta muovendo oltre 80 miliardi ed è la quarta economia del Paese dopo industria, commercio e pubblica amministrazione, e vale circa il 5% del PIL.
Non tutti i numeri offrono chiare indicazioni positive. I dati (i grafici degli ultimi anni) di Istat sulle donazioni e di Doxa sui donatori informali, mostrano curve altalenanti.
Chi sono i generosi? I donatori di risorse economiche si collocano, come è del resto nelle attese, soprattutto sopra i 44 anni, con la percentuale più alta (15,6%) tra i 65-74. A donare di più sono tendenzialmente le donne (fino ai 60 anni) e, certamente, laureati, persone del nord, con il livello più basso nelle Isole.
I donatori di tempo crescono
I dati sul volontariato – nella forbice temporale che va dal 2018 al 2024 – raccontano anche in questo caso di una rimonta del 2024 (8,4%) sul 2023 (7,8%), ma con un andamento ancora distante dal 2018 (10,5%). I volontari in Italia nel 2024 sono stati 4,346 milioni (+311mila), anche in questo caso con una prevalenza delle donne, in pista prima dei maschi. I volontari post laurea sono il 14,7%, i volontari del Nord (10,3%) sono il doppio di quelli del Sud (5,6%).
La svolta digitale? Il digitale rende più facile e frequente la donazione giovanile. E questo rende strategico usare questo canale e questa leva. Anche per quello che riguarda il volontariato.
La raccolta fondi secondo le organizzazioni: puntare sulle persone fisiche
IID ha analizzato anche i dati provenienti dagli operatori. “Noi analizziamo i bilanci – ha spiegato Di Stasio – e quella che viene fuori è una situazione per cui un terzo delle organizzazioni mostra risultati di raccolta in aumento rispetto all’anno precedente, quasi il 50% in una situazione di stabilità ed il 20% circa in flessione”.
La maggior fonte di entrate è, secondo l’analisi la raccolta fondi da persone fisiche, in progresso dal 60% al 63%; poi viene il contributo del 5per Mille (anche se in calo dal 39% al 36%), con i Lasciti testamentari all’1%.
Come si lavora con le aziende? Il 63% dei rispondenti non le interroga e l’apporto complessivo di questa voce rimane invariato. Molto più sollecitato – al 90% circa – rimane il volontariato d’impresa.
Per la raccolta fondi il Bando è lo strumento chiave, ma torna in voga l’suo di eventi e banchetti, nel contesto di un approccio relazionale dell’attività. Il digital? Le donazioni online sono utilizzate dal 50% dei rispondenti all’indagine, quando vengono utilizzate il tool del bonifico online guida i pagamenti, ma le entrate da questa fonte per la parte predominante pesano intorno al 15% delle entrate.
Con le aziende
Come si lavora con le aziende? Il 63% dei rispondenti non le interroga e l’apporto complessivo di questa voce rimane invariato. Molto più sollecitato – al 90% circa – rimane il volontariato d’impresa. Per la raccolta fondi il Bando è lo strumento chiave, ma torna in voga l’suo di eventi e banchetti, nel contesto di un approccio relazionale dell’attività. Il digital? Le donazioni online sono utilizzate dal 50% dei rispondenti all’indagine, quando vengono utilizzate il tool del bonifico online guida i pagamenti, ma le entrate da questa fonte per la parte predominante pesano intorno al 15% delle entrate.
I giovani e il dono
Dopo la Di Stasio, Paolo Anselmi (Walden Lab) insieme a Barbara Martinelli (Eumetra) hanno tracciato un quadro molto approfondito del rapporto tra i giovani e il dono:
“Per quanto riguarda la donazione economica – ha sottolineato Anselmi – si evidenzia una elevata “mobilità”: i giovani, rispetto ai donatori più maturi, sono meno abitudinari ed hanno una maggiore tendenza a cambiare, di anno in anno, le organizzazioni che decidono di sostenere. Fondamentale la scelta della causa: gli under 35 scelgono più in base alla causa da sostenere che all’ente. Idealisti e proiettati verso il futuro, preferiscono sostenere associazioni che si battono per la difesa dei diritti civili e la pace, l’ambiente, la protezione degli animali e la tutela del patrimonio artistico. Questo dato, se confrontato con le preferenze dei donatori italiani nella loro totalità (dati Doxa), presenta differenze significative dato che, tra le prime cause sostenute, troviamo salute e ricerca scientifica, aiuti umanitari durante le emergenze, disabilità e povertà in Italia”.

Martinelli ha aggiunto: “Indagando la motivazione che muove i giovani a donare, si vede chiaramente emergere una dimensione sociale che sembra contare molto di più rispetto alla dimensione individuale. La donazione è vissuta come opportunità di contribuire al bene comune e di “fare la differenza”. La gratificazione personale – il “sentirsi bene con sé stessi” per aver fatto qualcosa di buono – è presente e agisce come rafforzamento della motivazione sociale. Conta molto la partecipazione in prima personae il senso di appartenenza che la donazione genera, il sentirsi dentro un progetto condiviso, la promessa di essere parte di una comunità impegnata a rendere migliore il mondo in cui viviamo”.

Francesco Spagnolo, nel suo contributo “Il volontariato giovanile nel mondo Caritas” ha fatto emergere come la spinta a fare volontariato derivi spesso da una esperienza diretta attraverso l’attività in parrocchia o il servizio civile, che rappresenta una porta d’accesso privilegiata.
Le donazioni biologiche
Prosegue la crescita anche per le donazioni biologiche. Le donazioni di sangue ed emocomponenti nell’anno 2024 sono state complessivamente oltre 3 milioni, con una crescita dell’1,1% rispetto al 2023. Un risultato che si è potuto ottenere grazie a una platea di 1,67 milioni di donatori di sangue ed emocomponenti iscritti per la gran parte alle quattro principali associazioni: AVIS, Croce Rossa Italiana, FIDAS e FRATRES.
In aumento anche le donazioni di plasma, la parte liquida del sangue, necessaria alla produzione dei cosiddetti farmaci plasmaderivati. Nel 2024 la raccolta in Italia è stata da record, tanto da superare la soglia delle 900 tonnellate, con un aumento del 3% rispetto al 2023.
Il Centro Nazionale Trapianti ha sottolineato come il 2024 sia stato un anno di primato anche per la donazione e il trapianto di tessuti, oltre che di organi.
Il Giorno del Dono promosso da IID, festa nazionale del dono e della donazione, ha dato appuntamento ai prossimi eventi targati #DonoDay2025 – #10annidiDonoDAy, in particolare a quello di Pietrelcina (BN) con gli eventi Irpinia Sannio Capitale Italiana del Dono 2025 realizzati da IID in collaborazione con il CESVOLAB.



