Le strategie giuste per le piccole e medie realtà non profit

Le piccole e medie organizzazioni non profit possiedono punti di forza unici che possono utilizzare per costruire strategie di finanziamento resilienti. Uno studio americano di The Bridgespan, calato ovviamente sul quel mercato, ma con spunti indubbiamente ‘universali’, elabora quali siano le sette risorse chiave che queste organizzazioni impiegano per sostenere e far crescere i loro finanziamenti sia nei momenti migliori che difficili.

Piccole e medie realtà hanno un ruolo riconosciuto

Le piccole e medie organizzazioni non profit svolgono un ruolo cruciale nel risolvere problemi sociali a livello locale, nazionale e globale. Spesso quelle che raggiungono l’“ultimo miglio” dei servizi, conoscono meglio le comunità e colmano lacune lasciate dalle istituzioni più grandi. Tra le indicazioni generali che emergono, molto peculiare sul mercato Usa ma da ritarare, in prospettiva, anche in altri territori, quella che le organizzazioni guidate da persone di colore affrontano barriere aggiuntive nell’accesso ai fondi filantropici.

Queste entità filantropiche affrontano sfide strutturali, ma possono costruire strategie resilienti valorizzando i propri asset: leadership proattiva, chiarezza strategica, board coinvolto, radicamento comunitario, eccellenza di nicchia, innovazione e reti peer. Questi elementi non solo sostengono la raccolta fondi nel breve termine, ma indicano le capacità da coltivare nel lungo periodo: competenze di fundraising, governance orientata alla sostenibilità, cultura dell’innovazione. In un contesto di incertezza (tagli ai fondi pubblici, volatilità filantropica), tali strategie sono essenziali per garantire impatto e continuità.

La ricerca di Bridgespan ha identificato sette asset chiave che consentono di sostenere e far crescere i finanziamenti, anche in contesti difficili.

Leadership impegnata direttamente nel fundraising

I ceo delle piccole e medie realtà dedicano in media metà del loro tempo alla raccolta fondi, spesso per necessità, data la scarsità di personale dedicato. Un leader che si assume la responsabilità del fundraising è un asset potente: costruisce relazioni, racconta la missione e partecipa attivamente agli eventi dove si trovano i potenziali donatori.

Capacità di dire “no”

Un pilastro strategico è la chiarezza di missione, che consente di rifiutare finanziamenti non allineati agli obiettivi. Dire “no” richiede coraggio, soprattutto per organizzazioni piccole, ma evita la dispersione e il “mission creep”.

Il termine indica la tendenza di un’organizzazione ad espandere gradualmente la propria missione oltre gli obiettivi originari, spesso per inseguire opportunità di finanziamento o rispondere a pressioni esterne. Questo fenomeno può sembrare positivo (più attività, più visibilità), ma comporta rischi. Perdita di focus: l’organizzazione si allontana dal suo scopo principale. Dispersione di risorse: tempo e fondi vengono spesi su iniziative non prioritarie. Difficoltà nel misurare l’impatto: diventa più complesso dimostrare risultati chiari. In sintesi, evitare il mission creep significa mantenere coerenza strategica.

Un board attivo nel supporto alla strategia

Sebbene molti board non siano naturalmente orientati al fundraising, possono contribuire in vari modi: fornendo feedback strategico, aprendo reti di contatti, approvando investimenti iniziali e sostenendo nuove iniziative.

Radicamento nella comunità servita

I finanziatori, pubblici e privati, preferiscono organizzazioni con legami autentici con la comunità. Questo radicamento rafforza la fiducia e apre opportunità di finanziamento.

Eccellenza in una nicchia programmatica

Le piccole e medie possono distinguersi sviluppando competenze in un ambito specifico e comunicandone il valore.

Propensione all’innovazione e al rischio nel fundraising

Le organizzazioni più piccole, meno burocratiche, possono sperimentare nuove strategie: diversificare le fonti, adottare tecnologie (CRM, AI per analisi donatori), creare nuovi modelli di coinvolgimento.

Connessioni con altre organizzazioni

Le dimensioni contenute favoriscono collaborazioni tra pari che possono generare apprendimento, advocacy e accesso a finanziamenti.

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