La ‘piccola’ Africa delle mappe. L’UA svela la bugia e le corregge

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Un’Africa piccola, di dimensioni molto più ridotte del reale. Per secoli, il mondo ha guardato questo continente – terreno di scorribande coloniali – attraverso la lente distorta del proprio pregiudizio. La realtà dei fatti dice che l’Africa nelle sue dimensioni effettive è quasi immancabilmente sottorappresentata nelle cartine tradizionali.

Chiaro sintomo e simbolo di come il mondo occidentale – quando le mappe furono realizzate, alla fine del 1500 – ne sottovalutasse il peso, il ruolo, l’identità e il destino politico in ottica globale. Ora l’attualità racconta delle iniziative di contrasto dell’Unione Africana, l’impegno a sostegno di chi vuole rivedere le cartine che hanno questo difetto genetico.

Correggi le mappe: esiste Equal Earth

L’Africa è più grande ed è giusto rappresentarla bene, si sono detti finalmente all’UA, sostenendo una campagna incentrata proprio su questo argomento, intitolataCorrect The Mape promossa da Africa No Filter e Speak Up Africa. Un’iniziativa che denuncia la storica distorsione del leggendario Mercatore, ma offre pure la soluzione e ha proposto pure una petizione.

Le mappe che abbiamo imparato a leggere a scuola, che vediamo nei libri, nei giornali e persino nelle app digitali, spesso rappresentano il continente africano in modo errato.

Colpevole principale è la proiezione di Mercatore, un modello cartografico nato nel XVI secolo per facilitare la navigazione marittima. Sebbene utile per tracciare rotte lineari, questa proiezione ingrandisce le regioni vicine ai poli e rimpicciolisce quelle equatoriali.

Il risultato? L’Africa appare più piccola della Groenlandia, quando in realtà è oltre 14 volte più grande. L’Europa sembra più estesa del Sud America, nonostante sia circa la metà.

Questa distorsione non è solo un errore tecnico: è il riflesso di una visione del mondo eurocentrica, che ha storicamente marginalizzato il Sud globale. Le mappe, come ogni strumento culturale, raccontano storie. E quella raccontata dalla proiezione di Mercatore è una storia di dominio, di centralità occidentale, di invisibilizzazione dell’altro.

Un continente che rivendica il suo spazio

L’Unione Africana ha deciso di contrastare questa narrazione distorta. L’organizzazione continentale punta a sostituire la proiezione di Mercatore con modelli più equi, come la proiezione Equal Earth. Quest’ultima, introdotta nel 2018, restituisce ai continenti le loro proporzioni reali (nella realtà solo l’Asia è più grande dell’Africa), offrendo una visione più giusta del mondo. Le mappe influenzano l’educazione, la percezione mediatica, le politiche pubbliche. Se un continente appare piccolo, marginale, periferico, è facile che venga trattato come tale anche nelle decisioni globali.

Cartografia e giustizia

La battaglia per una rappresentazione corretta dell’Africa si inserisce in un movimento più ampio di decolonizzazione culturale. Non si tratta solo di correggere un errore tecnico, ma di rivedere le fondamenta simboliche su cui si è costruita la visione occidentale del mondo. Anche la Comunità Caraibica (Caricom) ha aderito alla campagna, riconoscendo nella proiezione Equal Earth un rifiuto dell’ideologia di potere e dominio che ha caratterizzato la cartografia coloniale.

Alcune istituzioni, come la Banca Mondiale e la NASA, hanno già adottato proiezioni alternative. Tuttavia, la Mercatore resta dominante in molti contesti, dalle scuole alle app di navigazione. Cambiare questa abitudine richiede tempo, ma soprattutto consapevolezza.

Rimettere l’Africa al centro

Rivedere le mappe significa rivedere il mondo. Significa riconoscere che l’Africa non è un continente marginale, ma uno spazio vitale, ricco di culture, risorse, popoli e visioni. È il secondo continente più grande del pianeta, con oltre un miliardo di abitanti e 55 Stati membri. È tempo che le mappe lo riflettano. Tra poco più di un ventennio l’Africa, poi, sarà l’unico continente in saldo demografico positivo, in grande fermento e crescita. Paradossale non tenerne conto.