Uno studio molto denso – ‘Ma come parli?’ – affronta in profondità il tema della comunicazione del terzo settore e quello conseguente del dialogo con le aziende. Non sempre fluido, secondo quanto emerge.
Firmata Goodpoint e condotta con Centro Studi Impresa Sociale, la ricerca è stata coordinata da Veronica Strocchia e Lorenzo Arras ed è stata presentata alla fine del 2024.
Il lavoro condotto tra maggio e luglio 2024, ha usato come riferimento l’Ace Index – acronimo che sta per Attractive corporate engagement – ovverosia un protocollo innovativo, costruito sulla base delle risposte ricevute da una survey alle aziende rispetto alle informazioni che cercano dal non profit.
L’analisi ha coinvolto un campione rappresentativo di 100 enti del Terzo settore in Italia, selezionati nella lista degli ETS del 5 per 1000, suddivisi in quattro fasce di dimensione.
L’efficacia della comunicazione tra ETS e aziende: i risultati dello studio Goodpoint
Emerge che gli Ets italiani sono efficaci nel raccontare se stessi e i propri progetti. Questo vale per oltre l’80 per cento dei soggetti. Stessa percentuale massiccia, inquadra però un elemento negativo e cioè la ridotta tendenza a dare evidenza dei risultati generati.
Il campione di ETS, cioè, perfoma bene sulle dimensioni «classiche» della comunicazione, ma mediamente peggio sulle due nuove richieste delle aziende: dati per reporting di sostenibilità; possibilità di coinvolgere le persone dell’azienda. In sostanza raccontano cosa fanno (e soprattutto lo raccontano alla propria community), ma non hanno abitudine a usare dati e a misurarsi; infine, non hanno proposte strutturate per i dipendenti.
Solo il 35 per cento del campione fornisce dati recenti, studi e ricerche sui propri temi focus. L’elemento su cui c’è maggiore differenza tra le grandi e le piccole, è la trasparenza finanziaria: mentre gli Ets di grandi dimensioni tendono a comunicare in modo più completo e trasparente le informazioni finanziarie, negli enti più piccoli queste sono quasi totalmente assenti.
L’eccellenza, invece, non dipende dalle dimensioni: la top 10 del campione include non solo enti grandi ma anche quattro enti di medie dimensioni e due enti piccoli, dimostrando che l’efficacia comunicativa non è esclusiva delle organizzazioni più grandi.