In Kenya la mortalità infantile è in calo, e il trend è piuttosto incoraggiante. Secondo i dati più recenti, nel 2025 il tasso di mortalità infantile in Kenya è sceso a 28,81 decessi ogni 1.000 nati vivi, con un calo del 3,06% rispetto al 2024. Un dato quello dei 28,8 decessi su mille, che rappresenta una sorta di soglia critica nel continente. Sono tanti i Paesi che sono vicini a questa ‘barriera’, con poche realtà sotto la soglia dei dieci casi.
Mortalità infantile: 2025 a 28,8, nel 2024 tasso a 29,72
L’evoluzione della situazione keniota è comunque rapida: nel 2024 il tasso era 29,72, e nel 2023 addirittura era 34,70. Un miglioramento che racconta un miglioramento di alcuni fattori di base: una relativa maggiore ricchezza distribuita, una più efficace copertura territoriale dei presidi sanitari ed una maggiore specializzazione di quelli già presenti da tempo nelle zone più antropizzate, a partire dalla capitale Nairobi.
Un articolo pubblicato su MalindiKenya.net sottolinea che il Kenya è uno dei Paesi africani che sta facendo i progressi più rapidi in questo ambito, con una riduzione media annua del 7,6%.
I miglioramenti sono attribuiti anche a una maggiore copertura vaccinale, la promozione dell’allattamento al seno e anche un effetto culturale, con le diffuse campagne di sensibilizzazione sulla salute materna e infantile che evidentemente ottengono un risultato. Tuttavia, persistono sfide importanti, come le disuguaglianze regionali e socioeconomiche, e le principali cause di mortalità infantile restano le infezioni respiratorie, la diarrea, le complicanze neonatali e la malaria. Il Kenya – su questo indicatore – si colloca entro la top venti del continente.
I dati africani
Nel 2025, il tasso medio di mortalità infantile in Africa è stato di 39,72 decessi ogni 1.000 nati vivi, in calo rispetto agli anni precedenti (40,65 nel 2024 e 41,59 nel 2023). Ci sono forti variazioni tra i diversi Paesi africani, con i terribili dati, ad esempio, non lontano dal Kenya, di Repubblica Centrafricana (80) e Somalia (70). In termini di area, quella che soffre meno il tema è certamente in Nord. Le cause principali di mortalità infantile in Africa includono malattie prevenibili (come polmonite, diarrea, malaria), complicazioni neonatali, malnutrizione, accesso limitato a cure sanitarie di qualità. La top venti mette in fila i seguenti Paesi:
- Libia – 0,890%
- Tunisia – 0,990%
- Capo Verde – 1,060%
- São Tomé e Príncipe – 1,130%
- Seychelles – 1,250%
- Mauritius – 1,340%
- Marocco – 1,480%
- Egitto – 1,550%
- Algeria – 1,870%
- Sudafrica – 2,770%
- Eritrea – 2,800%
- Senegal – 2,820%
- Namibia – 2,860%
- Gabon – 2,880%
- Ruanda – 2,880%
- Kenya – 2,881%
- Tanzania – 3,000%
- Malawi – 3,010%
- Uganda – 3,020%
- Botswana – 3,120%
Alice for children e la difesa dei bambini più fragili del Kenya
Alice for Children è attiva da quasi 20 anni negli slum di Nairobi (come Dandora e Korogocho) e nella savana, a Rombo. Accanto alle gigantesche discariche di Nairobi e nelle zone della savana dei Maasai, le famiglie e i bambini si confrontano con condizioni limite anche dal punto di vista basilare del supporto alla natalità.
La sfida della nostra onlus finisce per essere essenziale anche a partire da questo primo, basico, fronte. Favorire cioè la sopravvivenza alla nascita. Tra i progetti che supportano le famiglie e le madri, tanti sono dedicati alla salute, il cibo, la lotta alle malattie endemiche e quelle infettive.
Alice for Children ha attivato un programma sanitario attivo 24 ore su 24, 7 giorni su 7 in collaborazione con i migliori ospedali di Nairobi. Due smart clinic servono le scuole ed è prevista la presenza costante di un’infermiera specializzata. ‘Salvare’ i bambini è il primo passo della nostra mission, che rimane quella di garantire loro un percorso educativo completo, From Slum To Job.