JNIM rilancia al-Qaeda nell’Africa Occidentale

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Attenzione a JNIM. Il Gruppo di Sostegno all’Islam e ai Musulmani (Jama’at Nusrat al-Islam wal-Muslimin, JNIM) è un’organizzazione terroristica jihadista affiliata ad al-Qaeda, attiva principalmente nel Sahel e in Africa occidentale. Fondato il 2 marzo 2017, il gruppo nasce dalla fusione di diverse entità jihadiste regionali, tra cui Ansar Dine, Al-Mourabitou e la branca sahariana di al-Qaeda nel Maghreb Islamico (AQIM).

Il leader principale è Iyad Ag Ghali, ex capo di Ansar Dine. Il gruppo mira a destabilizzare i governi locali e a instaurare un regime basato sulla sharia. Si finanzia attraverso il traffico di armi, il bracconaggio, l’estrazione dell’oro e l’estorsione ed è responsabile di numerosi attacchi terroristici in Mali, Burkina Faso, Niger, Senegal, Togo e altre nazioni.

La natura di JNIM

È stato classificato come organizzazione terroristica da Stati Uniti, Unione Europea, Francia, Russia, Cina, Giappone, Canada, Australia e NATO. Ha compiuto diversi attentati, tra cui l’omicidio del giornalista spagnolo David Beriáin, del fotografo Roberto Fraile e della missionaria svizzera Béatrice Stöckli. E ora dopo un periodo relativamente silente ha fortemente rilanciato le proprie azioni sul territorio.

In questi ultimi mesi JNIM sta aumentando la sua influenza in Africa occidentale, in particolare in Mali, Burkina Faso e Senegal. Secondo un’analisi dell’Institute for the Study of War, JNIM ha condotto 10 attacchi su larga scala contro forze di sicurezza e milizie alleate dal maggio 2025, causando centinaia di vittime. Il gruppo sta cercando di espandere il controllo territoriale nella regione di Kayes, al confine tra , Guinea, Mauritania e Senegal. JNIM sta infiltrandosi in settori economici chiave, come il commercio minerario e forestale, per finanziare le sue operazioni.

Mali in primo piano

Il Mali è particolarmente colpito, con JNIM che cerca di delegittimare il governo e cacciare le forze di sicurezza dalle aree strategiche. Il Senegal è vulnerabile a questa espansione, con confini porosi e problemi socioeconomici che potrebbero favorire il reclutamento jihadista.

La crescente instabilità aumenta il rischio di colpi di stato e di negoziati tra leader locali e JNIM per garantire sicurezza alle comunità.

Un articolo recente del Washington Post calcola che il gruppo abbia un organico di circa 6000 uomini ben armati e coordinati. Nel giro di pochi mesi, dopo anni di letargo, l’affiliata di al-Qaeda ha conquistato importanti città in Burkina Faso e Mali, ha compiuto l’attacco più mortale di sempre contro i soldati in Benin e ha esteso il suo governo islamista intransigente in tutta la regione costruendo un proto-stato che va dal Mali occidentale ai confini del Benin. Le atrocità commesse da alcune delle forze dell’Africa occidentale hanno rafforzato e legittimato il gruppo, consentendogli perfino di rivendicare una sorta di primato morale.

La sicurezza in tutta l’area è divenuta precarissima: nel 2024, il Burkina Faso si è classificato come la nazione più colpita dalla violenza terroristica per il secondo anno consecutivo, e il Niger ha registrato il maggiore aumento di morti legate al terrorismo a livello globale; per il Togo, invece, record storico di attacchi terroristici, mentre il Benin ha registrato quasi lo stesso numero di morti nei primi tre mesi di quest’anno rispetto a tutto il 2024.

Con l’aumento della minaccia in tutta l’Africa occidentale, la regione è in gran parte scomparsa divenuta di attenzione secondaria per Washington anche se ufficialmente gli Stati Uniti si dichiarano ancora impegnati a lavorare con vari partner nell’Africa occidentale per contrastare la piaga del terrorismo.

In Africa orientale

In Africa orientale, mentre JNIM non sembra attivo, altre fazioni stanno espandendo la loro presenza nella regione. Il terrorismo jihadista è in crescita in alcune parti dell’Africa orientale, ma sotto gruppi diversi. In Somalia l’ISIS Somalia Province (ISS) è stato indebolito da un’offensiva del governo del Puntland con il supporto di Stati Uniti ed Emirati Arabi, ma potrebbe riorganizzarsi.

In Uganda e RDC, l’ISIS Central Africa Province (ISCAP) ha tentato un attentato suicida in Uganda, segno che sta ricostruendo le sue capacità operative. L’ISIS Mozambico Province ha intensificato gli attacchi contro le forze di sicurezza, minacciando progetti di gas naturale sostenuti dagli Stati Uniti.