Il Gruppo Wagner via dal Mali, ma non i russi

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Il gruppo mercenario russo Wagner ha annunciato il suo ritiro dal Mali, dichiarando di aver concluso la sua missione nel Paese. Wagner era presente in Mali dal 2021, operando a fianco dell’esercito maliano per contrastare i militanti islamisti. Tuttavia, il ritiro non significa una completa uscita della Russia dalla regione: al posto di Wagner, Mosca ha introdotto l’Africa Corps, una nuova forza sotto il controllo diretto del Ministero della Difesa russo.

Via Wagner, il ruolo di Africa Corps

I motivi del ritiro? Il contratto tra Wagner e il governo maliano, che prevedeva compensi in risorse naturali come l’oro, è scaduto a marzo 2025. La giunta militare ha nazionalizzato le miniere e modificato il Codice minerario, riducendo le opportunità economiche per Wagner. Il gruppo ha inoltre subito pesanti perdite, tra cui una sconfitta nel luglio 2024 contro i ribelli jihadisti, che ha evidenziato la fragilità operativa dei mercenari.

L’Africa Corps è una nuova unità militare russa che ha iniziato a operare in Mali all’inizio del 2025. A gennaio, circa 3.000 militari russi erano già presenti nella capitale Bamako, con mezzi corazzati, artiglieria e caccia d’attacco.

Il ritiro di Wagner segna un riassetto strategico della Russia nel Sahel, con un passaggio da forze mercenarie a unità più direttamente controllate dal Cremlino. La Russia continua a espandere la sua influenza in Africa, colmando il vuoto lasciato dai Paesi europei, in particolare la Francia.

Storia ed economia

Il Mali ha una lunga storia di grandi imperi africani. Colonizzato dalla Francia nel XIX secolo, ottenne l’indipendenza nel 1960. Attualmente è governato da una giunta militare dopo il colpo di Stato del 2021. Il presidente ad interim è Assimi Goïta, mentre il primo ministro è Abdoulaye Maïga. La capitale Bamako, situata nel sud-ovest del Paese lungo il fiume Niger. Si tratta di un Paese povero m,a non poverissimo. Il PIL totale è di 20,90 miliardi di dollari (2023), per PIL pro capite di 762,65 dollari (2023). L’economia si basa su agricoltura, estrazione mineraria (oro) e commercio.

Il Mali si trova nell’Africa occidentale, senza sbocco sul mare. Confina con Algeria, Niger, Burkina Faso, Costa d’Avorio, Guinea, Senegal e Mauritania. I rapporti storici con la Francia?

La risposta a questa domanda dipende dal modo in cui definiamo “influenza francese”. Se ci riferiamo al dominio coloniale, l’influenza diretta si concluse il 22 settembre 1960, data in cui il Mali ottenne l’indipendenza. Con la fine della colonizzazione, però, il paese — come molti altri in Africa occidentale — mantenne forti legami economici, politici e culturali che vennero indicati con il termine “Françoafrique”. Questi legami hanno continuato a plasmare, anche a distanza di decenni, le dinamiche interne ed esterne del Mali.

Fine della Francoafrique

Negli ultimi anni, tuttavia, si è assistito a un processo di ridefinizione e, in buona parte, di riduzione di quella che un tempo fu la preminente influenza francese nella regione. Dalla prima metà del XXI secolo in poi – e in particolare con i cambiamenti geopolitici e l’insoddisfazione di alcuni governi africani riguardo agli interventi militari francesi – si è assistito al progressivo ritiro di truppe ed a un ricalibrare dei rapporti di potere. Pur non essendoci una data netta che segnala la “fine” della presenza francese in senso post-coloniale, eventi come il ritiro dalle operazioni militari nel Sahel, e in particolare in Mali e nei Paesi limitrofi, hanno segnato una svolta che ha ridimensionato il ruolo di Parigi rispetto al passato. Il Mali, insieme ai vicini Burkina Faso e Niger, ha combattuto per più di un decennio un’insurrezione combattuta da gruppi armati, tra cui alcuni alleati di al-Qaeda e del gruppo Stato islamico.Con il declino dell’influenza occidentale nella regione, la Russia ha cercato di colmare il vuoto, lanciandosi con offerte di assistenza.