Tra inflazione e instabilità per il consumatore europeo ed italiano il 2025 si sta confermando come un anno da ‘navigare’ con attenzione. Il riflesso immediato è quello di compiere scelte di consumo più prudenti e mirate. Il 73% degli italiani percepisce un aumento dei prezzi e riorganizza il budget: via il superfluo, avanti l’essenziale, costi quel che costi. Non sacrificata, specie in Italia, una oramai consolidata attenzione alla sostenibilità
Queste e altre indicazioni arrivano da un nuovo studio di Boston Consulting Group, European Consumer Brace for More Uncertainty, basato su un’indagine condotta tra il 2 e il 22 aprile 2025 su oltre 16.000 consumatori in 9 Paesi europei, con un focus italiano molto sapido.
Essenzialismo
Il macro-trend ‘essenzialista’ con tutte le sue sfaccettature nei diversi segmenti della popolazione e attraverso le diverse categorie merceologiche, ha implicazioni forti sia per le aziende produttrici che per la distribuzione.
Più consapevoli e selettivi i consumatori italiani sono orientati al valore, con alimentari in crescita e abbigliamento, alcolici, snack e arredamento in forte contrazione. L’Italia è tra i Paesi più influenzati dalle promozioni, solo l’11–14% utilizza l’e-commerce come canale principale per abbigliamento e farmaci da banco.
Il nostro Paese si distingue quindi per una maggiore selettività, mentre nel resto d’Europa prevale un approccio agli acquisti più cauto. A fronte di un aumento dei prezzi percepito dal 73% degli italiani, di una diminuzione del reddito disponibile (21%) e di una minore capacità di risparmio (27%), le famiglie non si limitano a tagliare indiscriminatamente, ma rivedono le priorità e scelgono di riallocare il proprio budget con un approccio più consapevole: la spesa per i beni essenziali (casa, alimentazione, salute, istruzione) cresce del 15% netto, mentre quella per il discrezionale (abbigliamento, tempo libero, intrattenimento) cala di altrettanto. A testimonianza di questa tendenza, di fronte alla possibilità di avere a disposizione il 10% in più di reddito, la maggior parte degli italiani sceglierebbe di risparmiare oppure di soddisfare bisogni discrezionali accessibili, come una cena fuori o un viaggio.
Sostenibilità visibile
Tra gli aspetti originali italiani, l’attenzione alla sostenibilità più alta d’Europa, ma ancora selettiva. Il 55% degli intervistati in Italia si dice pessimista circa il futuro del pianeta – la percentuale più alta tra i nove Paesi analizzati – e il 54% dichiara di tenere conto della sostenibilità nelle proprie decisioni d’acquisto, contro una media europea del 45%. Circa un italiano su cinque (20%) è inoltre disposto a pagare un sovrapprezzo per alternative più sostenibili, rispetto al 17% a livello europeo.
Tuttavia, questa attenzione non si traduce sempre in comportamenti d’acquisto concreti: l’usato rimane una nicchia, con una penetrazione tra il 10% e il 15% in Italia, contro il 25%–35% registrato nei Paesi nordici. La sostenibilità, insomma, è una priorità dichiarata ma non ancora del tutto trasformata in abitudine.
BCG consiglia alle aziende di integrare la sostenibilità nel quotidiano.
Non solo per le nicchie premium, la sostenibilità deve essere visibile, concreta e compatibile con i prodotti che i consumatori mettono nel carrello tutti i giorni.