GERD la diga sul Nilo che cambia le cose in Africa Orientale

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Iniziata nel 2011 e inaugurata oggi – 9 settembre – ecco GERD, l’opera che già racconta tutto col suo acronimo, che sta per Grand Ethiopian Renaissance Dam. Le cronache parlano di una svolta per quel quadrante del continente e per l’Africa in generale. Si festeggia così in Etiopia, mentre qualche ‘perplessità’ (a dir poco) hanno sempre espresso sul progetto i confinanti Egitto e Sudan.

Le caratteristiche di GERD

Sul Nilo Azzurro, a circa 30 km dal confine con il Sudan, è nata una diga -la più grande d’Africa – di 1,8 chiilometri di lunghezza, alta 175 metri, e che promette di produrre oltre 5.150 megawatt, raddoppiando la produzione elettrica dell’Etiopia. Il surplus energetico di un Paese da 100 milioni di abitanti, sarà esportato verso altri Paesi africani, rendendo l’Etiopia un hub energetico regionale. Egiziani e sudanesi, con i loro Paesi a valle del Nilo, temono una riduzione del flusso d’acqua, soprattutto in periodi di siccità. E la preoccupazione è ovvia.

L’Egitto dipende dal Nilo per il 90% del suo fabbisogno idrico e ha definito GERD una minaccia “esistenziale”. il governo egiziano ha dovuto trovare soluzioni a breve termine, come la riduzione del consumo annuale e il riciclaggio dell’acqua per l’irrigazione. Ma il Paese dispone a sua colta della Grande Diga egiziana, che assicura una riserva idrica utilizzata per sostituire quella persa a causa del GERD. Gli esperti sudanesi affermano che le inondazioni stagionali sono diminuite durante il riempimento della diga, ma avvertono che rilasci d’acqua non coordinati potrebbero causare inondazioni improvvise o lunghi periodi di siccità.

L’Etiopia per bocca del suo primo ministro Ahmed Abiy (nella foto) ha reagito promettendo che la diga sarà uno strumento di pace e cooperazione, lanciando messaggi di collaborazione a Uganda, Tanzania, Ruanda, Repubblica Democratica del Congo, Sud Sudan, Kenya, Egitto. Alla inaugurazione della diga, era presente anche il presidente del Kenya William Ruto, che ha descritto l’opera come “un simbolo dell’autosufficienza dell’Africa e una pietra miliare per l’Etiopia”. Ma l’argomento della contrapposizione di Egitto e Sudan rimane ancora caldo e destinato a tornare d’attualità. Egitto e Sudan erano invitati all”inaugurazione ma non erano ovviamente rappresentati.

Webuild e il Piano Mattei

La principale azienda italiana coinvolta in GERD è Webuild (ex Salini Impregilo), leader mondiale nel settore delle grandi opere infrastrutturali. Webuild ha realizzato la diga in calcestruzzo rullato compattato (RCC), lunga 1.800 metri e alta 170 metri. Ma il progetto include 13 turbine Francis con una potenza installata di 5.150 MW, e una produzione annua prevista di 15.700 GWh. Il valore complessivo del progetto è di circa 3,48 miliardi di euro e sono state impiegate circa 10.000 persone all’anno durante la costruzione.

Anche se la GERD è stata avviata prima del Piano Mattei, il progetto è oggi integrato nella narrativa strategica italiana in Africa. Il Piano Mattei non ha finanziato direttamente la diga, ma ha rafforzato il ruolo dell’Italia come partner privilegiato dell’Etiopia, valorizzando il lavoro di Webuild e promuovendo ulteriori investimenti infrastrutturali e sociali.