Enti Terzo Settore, termometro digitale

Web, intelligenza artificiale, donazioni. Prodotto da GoodPoint, coordinata da Valeria Vitali, a cura di Rete del Dono, il Digital Check UP può essere un utile e sensibile strumento di misurazione per tutti Enti del Terzo Settore che vogliono monitorare il proprio stato di salute digitale.

Lo studio si basa su un agile questionario autovalutativo che concerne presenza ed efficacia, capacità di ingaggiare donatori usando il web. Il tutto sancito da un punteggio finale che indica il livello di maturità dell’azione online di ciascun ETS.

Il ceck-up – basato su un campione di 150 soggetti del settore – è calibrato per dislocazione sul territorio, dimensione di impresa, focus dell’area d’intervento.

Gli esiti? Hanno un punteggio basic soprattutto i piccoli (largamente predominanti complessivamente) e medi attori del settore. Solo il 22% del campione esprime maturità da ‘Pro’.

Quasi il 40% degli attori valutati aggiorna il sito – che è il principale strumento di informazione sulle attività – con cadenza mensile, mentre il 26% lo fa settimanalmente.

Il sito viene utilizzato nel 94% dei casi per aggiornare su iniziative e progetti. Quasi tutti hanno un referente digital ed un sito mobile responsive, la metà si muove secondo logiche SEO o comunque ne conosce l’esistenza.

Punto importante, il 64% ha inserito il pulsante dotazione sul sito. L’intelligenza artificiale? Uso principale (92%) è l’ottimizzazione dei contenuti testuali. Questo facilita le migliora a personalizzazione dei contenuti. Solo il 30% la usa in modo più maturo e consapevole come analisi dei dati.

In tema banca dati, la raccolta riguarda principalmente l’anagrafica. Il 77% del campione ha un database contatti, condizione necessaria per lavorare in un’ottica fundraising, ma è carente la profilazione sul comportamento e gli interessi della community.

In tema canali di comunicazione, l’82% comunica attraverso mail e newsletter di cui il 51% pianifica e struttura con regolarità le proprie azioni di comunicazione (calendario editoriale).

Solo il 30% usa i social per coinvolgere attivamente la propria community, ma il presidio di LinkedIn, è individuato come conditio sine qua non per facilitare il dialogo con le aziende.

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