Corporate Giving, le differenze tra l’Italia e il resto d’Europa

E’ tornato d’attualità questa estate uno studio – The Fabric of Giving 2025 – pubblicato da Philea e Assifero. Il focus della ricerca è l’intera Europa (e più), e registra nel vecchio continente allargato oggetto di indagine la presenza di almeno 175 mila fondazioni, con una capacità filantropica annua calcolata a 76 miliardi.

Lo studio esamina i trend del nord del continente, ma anche dei Paesi mediterranei e dell’est, con un focus un po’ più dettagliato su Italia, Germania, Svizzera, Regno Unito, Polonia e Svezia, ma avendo come orizzonte i 34 Paesi che fanno parte del Consiglio di Europa e quindi, anche quelli che non hanno ancora aderito alla Ue.

L’analisi comprende quindi – in ordine alfabetico Albania, Andorra, Austria, Belgio, Bulgaria, Cechia, Croazia, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Georgia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lettonia, Liechtenstein, Lussemburgo, Macedonia del Nord, Norvegia, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Romania, Serbia, Slovacchia, Spagna, Svezia, Svizzera, Turchia, Ucraina, Ungheria).  Il valore del patrimonio aggregato degli enti ‘censiti’ è di 516 miliardi di euro, ma sono molto diverse le situazioni delle varie aree geografiche.

I trend della filantropia europea

I Paesi considerati con il maggior numero di fondazioni attive sono Germania (25.777), Polonia (21.000) e Svezia (17.631). La Germania, oltre ad essere uno dei Paesi più estesi, ha una precisa regolamentazione. In Polonia, dove questo inquadramento obbligato manca, il panorama è più diversificato. In Svezia, aspetto peculiare che fa salire il numero delle registrazioni, le fondazioni devono di regola essere gestite a tempo indeterminato.

In termini di patrimonio complessivo, la ricerca dice che Svizzera (140.000 milioni di euro), Regno Unito (128.985) e Germania (55.000) sono i primi tre Paesi, ma con il dato tedesco che chiama in causa solo le realtà più grandi.

La Spagna raccoglie e spende

La capacità filantropica annua messa realmente in azione? In questo caso al primo posto c’è la Spagna (17.594 milioni) che tendenzialmente per storia non patrimonializza e spende subito le risorse, seguita da Francia (16.002) e Regno Unito (14.115).

Un’analisi più densa considera non solo i valori assoluti, ma anche il valore medio per ente filantropico. La classifica del Patrimonio medio per fondazione è guidata dal Regno Unito (12 milioni di euro), seguito dalla Svizzera (10,2 milioni) e dalla Svezia: (2,56 milioni).

Rispetto, invece, alla media della capacità filantropica per fondazione in testa troviamo la Francia (2,83 milioni di euro), Spagna (1,67 milioni), Regno Unito (1,32 milioni).

Nei Paesi del Nord Europa, dove la cultura filantropica è più radicata, si registrano alti livelli di patrimonializzazione e capacità filantropica.

L’Europa orientale dispone di meno risorse e dati sulla patrimonializzazione: questo perché la filantropia comincia a fiorire solo dopo la caduta dell’URSS. Molti dei Governi di questi Paesi, inoltre – ad esempio l’Ungheria di Orban – sono ostili all’azione filantropica.

Nei Balcani hanno avuto riflessi pesanti i tagli all’USAID voluti da Trump. In Serbia, ad esempio, sono stati interrotti progetti su diritti civili ed il monitoraggio elettorale, mentre in Macedonia del Nord si è fermato il sostegno alla governance locale e alla decentralizzazione. La regione europea mediterranea include ItaliaSpagnaFranciaGrecia e Portogallo ed è molto eterogenea.

In Italia due reti

In Italia l’apporto alla ricerca arriva dai dati delle fondazioni di origine bancaria rappresentate da Acri e dalle realtà che fanno riferimento ad Assifero. Il Rapporto racconta la fase di transizione degli enti filantropici: la qualifica giuridica di “ente filantropico” è arrivata con la Riforma del Terzo Settore nel 2017. Con l’entrata in vigore della Riforma, l’attivazione del RUNTS (Registro Unico del Terzo Settore) solo a fine 2021 e il periodo necessario per cominciare la migrazione degli enti, questo rapporto non cattura ancora – per ragioni di tempistiche appunto – il contesto degli enti filantropici del nostro Paese.

Il numero di fondazioni citato, 8.356, fa riferimento quindi ai dati ‘generici’ del censimento Istat 2022. La capacità filantropica invece è, per le fondazioni ed enti filantropici, presa dalle stime degli associati di Assifero, mentre la maggior parte del valore totale riferito al patrimonio preso in considerazione nel Rapporto proviene dalle fondazioni di origine bancaria. Fondazioni di origine bancaria a parte, si registra in Italia una tendenza a non patrimonializzare.

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