Il Kenya scende in campo con la Fifa e SFD, il fondo saudita per lo sviluppo. Il Paese dell’Africa Orientale sarà uno dei beneficiari di un importante accordo quadro. A siglarlo sono stati SFD e l’associazione di cui è presidente Gianni Infantino. La mission e quella di finanziare la costruzione e l’ammodernamento di stadi sportivi e delle infrastrutture circostanti nei paesi in via di sviluppo.
Kenya multilateralista
Per il presidente del Kenya, William Ruto, il supporto dell’Arabia Saudita e di bin Salman – in rapporti molto consolidati con Infantino – sarebbe una relativa novità, essendo finora gli Emirati di bin Zayed la sponda finanziaria e geopolitica preferita da Nairobi. Ruto ha coltivato rapporti stretti con Sheikh Mohamed bin Zayed Al Nahyan (Presidente degli Emirati Arabi Uniti), culminati nella firma del Comprehensive Economic Partnership Agreement (CEPA) il 14 gennaio 2025 ad Abu Dhabi.

Ma del resto Ruto è in questa fase già protagonista di una politica estera che guarda a Usa e Cina e, quindi perché no, il suo multilateralismo può sondare anche la possibilità di guardare in maniera creativa anche al fronte non sempre omogeneo degli emiri.
Un memorandum per iniziare
L’iniziativa è stata confermata da un Memorandum of understanding tra la FIFA e l’SFD, che sbloccherà fino a 129 miliardi di Ksh (1 miliardo di USD) in prestiti agevolati, che saranno messi a disposizione delle associazioni affiliate alla FIFA, tra cui il Kenya, per investire in stadi certificati dalla FIFA. In particolare, il programma darà priorità ai paesi che presentano strategie chiare per utilizzare lo sport come strumento di sviluppo nazionale.

Si prevede che stadi e strutture moderne creeranno posti di lavoro e stimoleranno le imprese locali nelle comunità limitrofe dei paesi beneficiari. Offriranno inoltre spazi sicuri e moderni in cui i giovani atleti aspiranti potranno allenarsi e competere.
Per Infantino si tratta di un passo fondamentale per garantire che tutte le associazioni affiliate, compreso il Kenya, dispongano delle strutture necessarie per sviluppare il calcio a livello globale. Per il Kenya, in particolare, si tratta di un investimento che ha un potenziale di ritorno dell’investimento decisamente sensibile. Perché si tratta del Paese leader globale nell’atletica leggera, ma anche perché è impegnato nell’organizzazione della prossima Coppa d’Africa 2027 con Uganda e Tanzania.
Coppa d’Africa 2027, ma anche elezioni presidenziali
Negli ultimi anni il governo di Nairobi ha avviato diversi progetti per potenziare le strutture sportive. In pista c’è un piano da 9,6 miliardi di scellini per costruire cinque nuovi stadi in Kisumu, Nakuru, Mombasa, Garissa ed Eldoret. Questi impianti saranno multiuso e conformi agli standard internazionali, con attenzione alla sostenibilità e all’accessibilità.
Focus particolare sul progetto del Talanta Sports City a Nairobi, uno stadio da 60.000 posti, finanziato tramite un’obbligazione infrastrutturale da oltre 44 miliardi di scellini, che sarà il principale impianto per la Coppa d’Africa 2027. Ma il denaro servirà anche per la ristrutturazione e ladeguamento di stadi esistenti come Moi Sports Centre Kasarani, Nyayo Stadium e Kipchoge Keino Stadium, per portarli agli standard FIFA in vista dell’AFCON 2027.

Questi investimenti si affiancano alle grandi opere di trasporto e logistica, ma mostrano come il settore sportivo sia diventato una priorità strategica per attrarre eventi internazionali e sviluppare l’economia locale.
Coincidenze
La Coppa d’Africa 2027 (AFCON) è prevista dal 19 giugno al 18 luglio. È la prima volta che il torneo viene organizzato congiuntamente da tre nazioni e la prima volta in oltre 50 anni che si svolge nella regione CECAFA (Est Africa). Kenya parteciperà automaticamente come Paese ospitante, insieme a Tanzania e Uganda.
Da registrare che le elezioni presidenziali in Kenya sono previste ad agosto 2027, nello specifico il secondo martedì di agosto (tradizionalmente il giorno fissato dalla Costituzione) anche se alcuni giuristi sostengono che la Costituzione imponga le elezioni “nel quinto anno”, il che potrebbe anticiparle all’11 agosto 2026.
Ospitare un evento continentale di questa portata rafforza il senso di orgoglio nazionale. I candidati – a partire da Ruto – potrebbero sfruttare la narrativa del “Kenya al centro dell’Africa” per guadagnare consenso. Le infrastrutture sportive e i progetti collegati (stadi, strade, hotel) diventano simboli di progresso e modernizzazione. Ma anche prova di capacità di governo o, al contrario, come leva per criticare ritardi e corruzione.
L’evento porterà indubbiamente grandi opportunità economiche (turismo, sponsor, hospitality). Se l’organizzazione sarà un successo, il governo in carica potrà capitalizzare sull’immagine positiva. Se ci saranno scandali, sprechi o disservizi, l’opposizione avrà argomenti forti.
Ruto e bin Salman
Negli ultimi mesi, dunque, Ruto ha intensificato i contatti con Riyadh, in particolare per accordi energetici e petroliferi (fornitura di carburante a credito per stabilizzare i prezzi interni) e investimenti infrastrutturali e agricoli, con focus su sicurezza alimentare e progetti di irrigazione.
Questo spostamento verso l’Arabia Saudita è percepito come una diversificazione strategica: ridurre la dipendenza dagli Emirati e attrarre capitali sauditi, soprattutto nel contesto della Vision 2030 saudita e dei piani keniani di espansione energetica.