Italia riciclona, ma rallenta transizione green

L’Italia è un’eccellenza nell’economia circolare, ma arretra sul fronte della transizione energetica. Chi rallenta i processi, si vede inevitabilmente superato da altri Paesi europei più virtuosi, che non hanno cambiato velocità.

Questo dato di fondo emerge dal Rapporto Circonomia 2025, presentato a Ecomondo di Rimini pochi giorni fa. Il report offre una fotografia aggiornata sullo stato della circolarità e della transizione ecologica in Italia e in Europa.

Italia ricicla con successo

Il nostro Paese si conferma tra i leader europei per il riciclo dei rifiuti e l’impiego di materie seconde nell’industria manifatturiera. E si piazza al secondo posto assoluto in Europa per circolarità, grazie ai consorzi di filiera (Cial, Ricrea, Biorepack, Erion Weee).

I dati chiave

Tendenza a rallentare

Diverso il discorso che chiama in causa gli sviluppi nazionali in termini di transizione energetica. In questo caso l’Italia scivola dal 3° al 5° posto nella classifica UE (era 1ª solo tre anni fa), mentre sul podio svettano -nell’ordine – Danimarca, Austria, Olanda, seguite da Svezia.

Il nostro Paese paga dazio su questo fronte per la crescita ridotta delle rinnovabili, per lo meno molto inferiore alla media UE: tra 2023 e 2024, solo +1/3 rispetto alla media europea. Un dato che va messo in relazione con quelli precedenti per capirne il valore. Nel 2014 eravamo sopra la media UE per eolico/solare (13,6% vs 11,2%), nel 2024 siamo sotto (21,9% vs 28,7%).

Le emissioni CO₂ delle nuove auto è in aumento, con trend negativo rispetto al resto d’Europa. L’Italia resta un modello di circolarità, ma la decarbonizzazione è troppo lenta: un segnale d’allarme per la transizione ecologica e per la competitività futura

 

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