Il nuovo AidWatch Report 2025, pubblicato da CONCORD Europe, lancia un allarme: dopo cinque anni di crescita, gli aiuti pubblici allo sviluppo dell’Unione Europea tornano a diminuire. Si frena proprio nel momento in cui il mondo ha più bisogno.

Nel 2024, i fondi destinati alla cooperazione internazionale si sono fermati a 105 miliardi di euro, pari allo 0,47% del reddito nazionale lordo (GNI), con un calo reale del 9%. Le previsioni per il 2025 e il 2026 non sono incoraggianti: diversi paesi, tra cui Francia e Germania, prevedono ulteriori tagli, con conseguenze potenzialmente drammatiche per milioni di persone nei paesi più poveri.

Ma non si tratta solo di quantità. Secondo il rapporto, più di un quinto dell’aiuto dichiarato dall’UE è “gonfiato” o contabilizzato in modo improprio. Dietro la cifra complessiva, infatti, si nascondono voci come i costi dei rifugiati nei paesi donatori, la cancellazione di vecchi debiti, i prestiti concessi a condizioni non realmente favorevoli o le spese per studenti stranieri. Tutto questo distorce la percezione reale dell’impegno europeo verso la cooperazione e riduce la trasparenza delle politiche di aiuto.
A preoccupare è anche la strumentalizzazione politica dell’ODA (Official Development Assistance): sempre più spesso, i fondi vengono sospesi o reindirizzati in base a logiche geopolitiche, come nel caso del Niger, del Mali e del Burkina Faso dopo i colpi di stato degli ultimi anni. In altre parole, l’aiuto allo sviluppo sta diventando uno strumento di politica estera, più che un impegno per lo sviluppo sostenibile.

Tornando alle principali criticità europee, quindi, dopo anni di crescita, l’APS dell’UE ha subito una riduzione significativa, passando da 0,53% del Reddito Nazionale Lordo (RNL) nel 2023 a 0,47% nel 2024. Solo tre Stati membri (Lussemburgo, Danimarca e Svezia) hanno raggiunto l’obiettivo dello 0,7% del RNL. Circa il 21% degli APS dell’UE non soddisfa i criteri fondamentali dell’OCSE-DAC, includendo spese interne come i costi per i rifugiati e i costi degli studenti, che non promuovono direttamente lo sviluppo nei paesi partner. Solo il 4% degli APS dell’UE è destinato ai paesi con basso indice di sviluppo umano (HDI), mentre una quota significativa è indirizzata a paesi con HDI medio-alto, spesso per motivi geopolitici o economici.
In tema Africa
L’Africa è una regione prioritaria per l’APS dell’UE, ma il rapporto evidenzia diverse problematiche. Finanziamenti insufficienti in primis. Nonostante l’impegno a destinare lo 0,2% del RNL agli Stati meno sviluppati (LDC), l’UE ha raggiunto solo lo 0,12% nel 2023. Inoltre, il supporto ai paesi africani è spesso limitato a progetti infrastrutturali e non si concentra abbastanza su settori cruciali come la salute, l’educazione e la protezione sociale.

La Dipendenza dal debito è una tema serio. Molti paesi africani affrontano una crisi del debito, con costi di servizio del debito che superano gli afflussi finanziari, inclusi gli APS. Altro argomento delicato i flussi finanziari illeciti (IFF). L’Africa perde ogni anno circa 100 miliardi di dollari a causa di IFF, che includono corruzione, evasione fiscale e trasferimenti di profitti da parte di multinazionali. Questi flussi privano i governi di risorse vitali per lo sviluppo.

Le Raccomandazioni per l’Africa sono quindi di aumentare i finanziamenti concessi. L’UE e i suoi Stati membri devono destinare più risorse sotto forma di sovvenzioni. L’UE deve rispettare l’impegno di destinare lo 0,2% del RNL agli LDC (paesi meno sviluppati), garantendo che i fondi siano utilizzati per ridurre la povertà e le disuguaglianze.
Combattere i flussi finanziari illeciti è una priorità. Bisogna rafforzare la cooperazione internazionale per affrontare l’evasione fiscale e la corruzione, promuovendo sistemi fiscali equi nei paesi africani.
Altri aspetti importanti, incrementare i finanziamenti per l’adattamento climatico e rafforzare il ruolo delle organizzazioni locali africane, garantendo che abbiano accesso diretto ai finanziamenti e siano coinvolte nella progettazione e implementazione dei programmi.


