Vince per fatturati l’algerina Sonatrach, che batte la società nigeriana consimile NNPC e quella angolana, Sonangol. Ma poi la graduatoria delle più grandi aziende africane si riempie con i colossi del Sudafrica. Dai giganti dell’energia ai leader delle telecomunicazioni, ecco chi sta guidando la trasformazione economica del continente.
La top 15 delle aziende del continente dice che a nord dell’Africa – e non solo – dominano le società che lavorano nell’energia, con il petrolio ed il gas in primissimo piano. Mentre nella metà del continente sotto la ‘povera’ fascia subsahariana – nella parte orientale e a sud – c’è molto più spazio anche per altre tipologie di imprese.

In crescita demografica e da anni in saldo positivo anche per quello che riguarda l’andamento complessivo dell’economia, l’Africa è oggi un terreno fertile per l’innovazione, lo sviluppo industriale e l’espansione trainata dalla rivoluzione digital e dalla trasformazione green.
Le sue aziende più influenti operano in settori chiave come energia, telecomunicazioni, retail e infrastrutture strategiche. Con l’aumento degli investimenti e l’espansione delle reti commerciali, queste imprese stanno giocando un ruolo cruciale nella trasformazione del continente.
Non è complicato mettere assieme un ranking delle 15 aziende più importanti in Africa per ricavi, e si tratta in tutti i casi di imprese che stanno plasmando il futuro economico del continente.
TOP Five energetica, Eni lavora con tutte o quasi
Ai primi cinque posti ci sono i giganti dell’energia. Leader è Sonatrach (Algeria), di fatto la più grande compagnia petrolifera e del gas in Africa. Sonatrach è un attore globale con operazioni che spaziano dall’esplorazione alla raffinazione. È fondamentale per la sicurezza energetica del Nord Africa e per l’approvvigionamento europeo, specie dopo che l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia – causa sanzioni – ha spento o ridotto gli approvvigionamenti occidentali dai canali e i rubinetti di Mosca.
Fondata nel 1963, Sonatrach è attiva lungo tutta la catena del valore degli idrocarburi. Con oltre 200mila dipendenti contribuisce al 26% del PIL algerino, con ricavi che nel 2023 si sono attestati a circa 77 miliardi di dollari.
Sonatrach è anche uno dei principali fornitori mondiali di gas naturale liquefatto (LNG) e gas di petrolio liquefatto (LPG), con una posizione strategica grazie alla vicinanza all’Europa e a infrastrutture come i gasdotti Transmed e Medgaz.
L’Italia è uno dei principali partner energetici dell’Algeria, e Eni è presente nel Paese nordafricano dal 1981. Nel 2024, Eni ha prodotto in Algeria circa 137.000 barili di olio equivalente al giorno, confermandosi la principale compagnia energetica internazionale operante nel Paese.
Il 23 luglio 2025, Eni e Sonatrach hanno firmato un nuovo protocollo d’intesa durante il vertice intergovernativo Italia-Algeria, alla presenza del presidente algerino Abdelmadjid Tebboune e della premier italiana Giorgia Meloni.

L’accordo ha prodotto un aumento della produzione di gas, fino a 5,5 miliardi di metri cubi all’anno entro il 2028, una estensione dei contratti di fornitura di gas verso l’Italia, l’avvio di una collaborazione su energie rinnovabili e transizione (solare, idrogeno verde e tecnologie a basse emissioni).
L’Algeria è un fornitore chiave per l’Italia, sono rafforzati i legami bilaterali tra due Paesi del Mediterraneo con interessi economici e strategici convergenti.
La Nigeria avanza
Al secondo posto tra i grandi gruppi africani c’è la Nigerian National Petroleum Corporation, che gestisce oltre il 90% delle esportazioni del paese. Le recenti riforme l’hanno trasformata in un’entità commerciale più efficiente e competitiva. La Nigerian National Petroleum Corporation (NNPC), oggi conosciuta come NNPC Limited, ha una collaborazione storica e strategica con l’Italia. Eni è uno dei principali partner internazionali di NNPC. Attraverso le sue controllate nigeriane – Nigerian Agip Exploration (NAE) e Agip Energy & Natural Resources (AENR) – Eni partecipa a joint venture con NNPC per l’esplorazione e la produzione di petrolio e gas in Nigeria. Le attività congiunte coprono sia il settore upstream (esplorazione e produzione) sia midstream e downstream, contribuendo in modo significativo alla produzione nazionale di idrocarburi. In collaborazione con la FAO, Eni e NNPC hanno realizzato 11 impianti idrici a energia solare nel nord-est della Nigeria (Stati di Borno e Yobe), per fornire acqua potabile e per l’irrigazione alle comunità colpite da crisi umanitarie.

L’Italia così importa una parte significativa del suo gas dalla Nigeria, rendendo la collaborazione con NNPC fondamentale per la diversificazione delle fonti energetiche. Eni e NNPC stanno esplorando nuove opportunità anche nel campo delle energie pulite, in linea con gli obiettivi globali di decarbonizzazione. Nel 2023, la Nigerian National Petroleum Corporation Limited (NNPC Ltd) ha registrato un fatturato totale di circa 26,4 miliardi di dollari.
Il caso Angola
Sul podio al terzo gradino sale virtualmente Sonangol, pilastro dell’economia angolana, la società guida l’intero ciclo del settore petrolifero e punta alla diversificazione oltre il greggio; nel 2023 ha fatturato circa 11,48 miliardi di dollari USA.

Sonangol ha mantenuto stabilità finanziaria e operativa, grazie a una maggiore efficienza interna e a un aumento della produzione in alcuni blocchi petroliferi.
Anche in questo caso ENI è un partner forte di Sonangol, la compagnia petrolifera statale dell’Angola. Le due aziende hanno rafforzato significativamente la loro collaborazione attraverso una serie di accordi focalizzati sulla decarbonizzazione, la transizione energetica e lo sviluppo dell’agribusiness. Ad un grande accordo firmato a Roma il 24 maggio 2023 da Claudio Descalzi (CEO di Eni) e Sebastião Pai Querido Gaspar Martins (Presidente di Sonangol), alla presenza del Presidente angolano João Lourenço e della Premier italiana Giorgia Meloni, nel febbraio 2025 sono stati aggiunti altri capitoli, tra cui uno studio di fattibilità per una nuova raffineria a Lobito, nel ‘corridoio’ sempre più strategico per lo sviluppo panafricano.

Il Sudafrica protagonista del ranking
Giù dal podio secondo alcune stime, terza secondo altre, si pone la sudafricana Eskom, fondata nel 1923. Eskom Holdings SOC Ltd è la più grande utility elettrica dell’Africa e una delle più grandi al mondo per capacità di generazione, responsabile della generazione, trasmissione e distribuzione di circa il 90% dell’elettricità del Paese e circa il 30% di tutta l’elettricità generata in Africa. Attualmente circa l’80% dell’elettricità in Sudafrica è generato dal carbone, ma Eskom punta a sostituire gradualmente parte delle unità più vecchie con altre che utilizzano materiali meno inquinanti.
Si occupa della gestione di 30 centrali elettriche (carbone, nucleare, idroelettrico, rinnovabili), la fornitura di energia a clienti industriali, commerciali, agricoli e residenziali, vanta la partecipazione al Southern African Power Pool, che consente lo scambio di energia tra i Paesi della regione. Nel 2023, Eskom ha registrato ricavi per circa 13,7 miliardi di USD, ma perde 1,26 miliardi di dollari. Nonostante le difficoltà, è centrale per l’industria e la transizione verso le rinnovabili. La graduatoria procede con quattro aziende sudafricane: Sasol, Engen, Bidcorp e Shopright.

Sasol è una multinazionale dell’energia e della chimica, è pioniera nella produzione di combustibili sintetici e opera in oltre 30 paesi.
Engen è un fornitore chiave di carburanti e lubrificanti in Africa sub-sahariana, con una rete in espansione e focus su energia pulita. Bidcorp è leader del Mercato Retail e dei Consumi, un vero e proprio colosso globale del foodservice, serve ristoranti, hotel e catene retail in oltre 50 paesi. Quindi Shoprite, che con più di 2.900 negozi in 11 paesi, è la più grande catena di supermercati africana, essenziale per la sicurezza alimentare. E infine Spar, una rete di supermercati in franchising che promuove l’imprenditorialità locale e l’espansione nei mercati africani.

Un ibrido, anche se tecnicamente africana, è Vivo Energy, che gestisce stazioni di servizio a marchio Shell in 23 paesi, con un ruolo chiave nella distribuzione di carburanti e soluzioni energetiche sostenibili. Mentre si torna al Sudafrica con MTN (con oltre 280 milioni di utenti in 19 paesi. Sta guidando l’espansione del 5G e dei servizi finanziari digitali) e Vodacom (sussidiaria di Vodafone, è leader nei pagamenti mobili e nei servizi digitali in diversi paesi africani).
Sul versante Infrastrutture Strategiche e Industriali
Cambiando settore, va registrato che OCP Group (Marocco) è il più grande produttore mondiale di fosfati ed è cruciale per l’agricoltura sostenibile e la sicurezza alimentare globale.
La società Canale di Suez (Egitto), rimane uno snodo vitale del commercio globale, gestisce oltre il 12% del traffico marittimo mondiale e genera miliardi per l’economia egiziana. La proprietà del Canale di Suez è oggi interamente egiziana, gestita e controllata dalla Suez Canal Authority (SCA), un ente governativo dello Stato egiziano e ha sede a Ismailia, in Egitto. Da tempo rientra tra gli appetite degli Emiri.
Gli Emiri e Suez
Gli Emirati Arabi Uniti, formalmente, non stanno cercando di acquistare quote del Canale di Suez in senso stretto, cioè della sua proprietà o gestione diretta. Tuttavia, stanno espandendo significativamente la loro influenza economica e logistica nella regione attraverso accordi di lungo termine e investimenti strategici.
Il gruppo Abu Dhabi Ports (AD Ports), ad esempio, ha firmato un accordo di 50 anni con la Zona Economica del Canale di Suez (SCZone) per sviluppare un parco industriale e logistico di 20 km² a East Port Said, all’ingresso settentrionale del Canale.

A volare in Africa sono anche le insegne di Ethiopian Airlines (Etiopia), la compagnia aerea più grande e di maggior successo in Africa, che collega il continente al mondo con oltre 120 rotte internazionali.

Queste aziende non solo dominano i rispettivi settori, ma rappresentano anche il motore della trasformazione economica africana. Con investimenti strategici, innovazione e una crescente influenza globale, stanno ridefinendo il ruolo dell’Africa nell’economia mondiale.