Kenya, Etiopia, green energy e svolta nucleare. Italia in campo

Kenya, Etiopia, green energy e svolta nucleare. Italia in campo

SOMMARIO

Nessun contenuto disponibile.

Kenya contro Etiopia? Forse nell’atletica leggera, nel mezzofondo in particolare, la rivalità è ancora altissima. Per nulla, si direbbe, in politica. I due Paesi e i due capi di stato – William Ruto per Nairobi e Ahmed Abyi per Addis Abeba – esibiscono spesso il calore della propria personale amicizia.

Ruto ha definito Abiy un partner, amico e fratello”, elogiandone il ruolo nella promozione della stabilità regionale. Durante l’inaugurazione della diga GERD, un video virale ha mostrato Abiy che massaggiava scherzosamente le spalle di Ruto, suscitando reazioni affettuose online e rafforzando l’immagine di una ‘bromance’ tra i due leader.

L’amicizia tra Kenya ed Etiopia

In un altro episodio, durante una visita di Abiy a Nairobi, i due si sono abbracciati sotto la pioggia, gesto che ha colpito per la sua spontaneità.

I due Paesi sono legati da un Accordo di Status Speciale firmato nel 2012, che promuove la collaborazione in Infrastrutture, Energia, Commercio, Sicurezza regionale. E l’idea, su questo ultimo aspetto è quello di rafforzare ancora di più l’alleanza contro terrorismi e spinte destabilizzanti.

Ruto e Abyi collaborano attivamente per la stabilità nel Corno d’Africa, con un’attenzione comune molto spiccata, in particolare, sulla situazione in Somalia e nella lotta contro i terroristi di Al-Shabaab.

Ma non c’è dubbio che tra i due Paesi dell’Africa Orientale ci sia anche un inevitabile confronto geopolitico. Il PIL del Kenya, ad esempio, è destinato nel 2025 a superare quello dell’Etiopia, nonostante i kenioti siano ‘soltanto’ 58 milioni mentre gli etiopi ben 136 milioni, e questo dato è stato speso con enfasi dal governo di Nairobi per celebrare i risultati del proprio attivismo.

Energia da vendere

I due Paesi sono protagonisti in questa regione del continente anche per quello che riguarda la produzione dell’energia sostenibile. E in entrambi i casi ci sono anche l’Italia ed il Piano Mattei sullo sfondo.

Su questo fronte, comunque, con l’intenzione di costituire un hub, Addis Abeba è chiaramente in vantaggio dopo il battesimo della diga GERD. Ma Nairobi sta cercando di recuperare terreno rimettendo mano al proprio piano idroelettrico sul Fiume Tana e rilanciando sul fronte della geotermia. Ma le due nazioni stanno aumentando anche gli investimenti nell’energia nucleare, una diversificazione crescente che probabilmente rafforzerà l’influenza nella regione.

L’Etiopia ha firmato un accordo con Rosatom, l’agenzia statale russa per l’energia nucleare, per la costruzione di una centrale nucleare nel paese. Questo progetto è il frutto di una collaborazione iniziata nel 2017, con vari protocolli d’intesa e roadmap firmate nel corso degli anni.

Il sito della centrale dovrebbe sorgere nella parte orientale del paese. L’accordo include anche la formazione del personale e lo sviluppo di capitale umano nel settore nucleare.  È previsto anche un Centro per la scienza e la tecnologia nucleare, con applicazioni non solo energetiche ma anche mediche e agricole. L’Etiopia si aggiunge ad altri paesi africani come Egitto, Ghana e Nigeria che collaborano con Rosatom.

In Kenya nel piano nucleare il partner sono gli USA

Il Kenya ha avviato un ambizioso programma nucleare sotto la guida della Nuclear Power and Energy Agency (NuPEA). I lavori inizieranno nel 2027, con un impianto da 1.000 MW nella contea di Kilifi (o Kwale). Il progetto ha un costo stimato di circa 3,5 miliardi di euro. È previsto anche un reattore di ricerca per applicazioni mediche e scientifiche. Il Kenya -va sottolineato – ha firmato un memorandum d’intesa con gli Stati Uniti per garantire l’uso sicuro della tecnologia nucleare. L’obiettivo è diversificare la produzione energetica, ridurre le emissioni di carbonio e diventare un hub regionale per l’energia nucleare. Ma anche non turbare i nuovi protagonisti delle sfide geopolitiche globali.

Considerazioni geopolitiche e ambientali

L’Etiopia si affida alla Russia – e questa scelta è diventata delicata negli ultimissimi anni – per la tecnologia e la formazione, rafforzando i legami bilaterali e puntando a una maggiore sovranità energetica. Il Kenya invece si orienta verso una partnership con gli Stati Uniti, con una visione più ampia che include anche la transizione ecologica e l’uso del nucleare in ambiti non energetici.

Entrambi i paesi affrontano sfide ambientali e sociali, come la necessità di aggiornare le infrastrutture e gestire le preoccupazioni delle comunità locali.

Italia protagonista con la Gerd in Etiopia e con la geotermia in Kenya

Tornando agli investimenti dei due Paesi nell’energia sostenibile, l’Italia è protagonista sia in Etiopia con la diga GERD, sia in Kenya con la geotermia, nell’ambito di una più ampia strategia di cooperazione energetica e infrastrutturale in Africa.

La diga GERD è il più grande impianto idroelettrico mai realizzato in Africa, inaugurata nel settembre 2025. Ed è stata costruita dall’azienda italiana Webuild (ex Salini Impregilo), con una potenza installata di oltre 5.000 MW, equivalente a tre centrali nucleari. Il progetto è parte del Piano Mattei per l’Africa, che mira a creare partenariati paritari e sostenibili con i Paesi africani.

Nel marzo 2025, Italia e Kenya hanno firmato un protocollo d’intesa per promuovere la transizione energetica, con focus su idrogeno verde, biocarburanti sostenibili, produzione di energia geotermica.

L’Italia, leader globale nella geotermia, intende rafforzare la cooperazione con il Kenya, che ha un mix energetico sostenibile e un grande potenziale geotermico. Il Kenya è stato inserito tra i Paesi prioritari per la cooperazione italiana nel triennio 2024–2026 e tra i Paesi pilota del Piano Mattei.

Il Complesso Geotermico di Olkaria (Naivasha) è il più grande polo geotermico dell’Africa, situato nel Parco Nazionale Hell’s Gate e sta per ingrandirsi. Il secondo polo è quello di Menengai Geothermal Complex (Nakuru County) e anche per questo sono previste grandi implementazioni. In ultimo sono attesi sviluppi anche per il progetto Baringo–Silali Geothermal, situato nella Rift Valley.