Corridoio settentrionale Africa Orientale. Ecco le novità

SOMMARIO

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Il Corridoio Settentrionale Africano è un sistema infrastrutturale multimodale che collega il porto di Mombasa (Kenya) ai Paesi dell’entroterra, come Uganda, Ruanda, Burundi, Sud Sudan e Repubblica Democratica del Congo (RDC). È considerato una spina dorsale strategica per l’Africa orientale. L’infrastruttura è definita multimodale poiché, attraversando un’area non omogenea, integra diversi mezzi di trasporto e connette funzionalmente ferrovie, strade, trasporti via traghetto sui laghi, terminal container e infrastrutture energetiche. Il Corridoio rappresenta un collegamento vitale per i Paesi senza sbocco al mare, come Burundi, Uganda, Ruanda e Sud Sudan. Nel caso della Repubblica Democratica del Congo, che ha uno sbocco sull’Atlantico, il corridoio offre anche un accesso diretto all’Oceano Indiano.

Tra le infrastrutture esistenti, un ruolo chiave è svolto dal porto di Mombasa, uno dei principali porti container dell’Africa. Attualmente ha una capacità di 2,65 milioni di TEU (Twenty-foot Equivalent Unit), con un volume di merci transitate che nel 2024 ha raggiunto i 41,1 milioni di tonnellate, registrando un incremento del 14% rispetto al 2023.

Ecco come è intermodale il corridoio settentrionale

La rete che attraversa il corridoio è costituita principalmente da ferrovie e autostrade esistenti. In particolare, la Metre Gauge Railway (MGR) collega Mombasa a Kigali (Ruanda) per 8.206 km, mentre la Standard Gauge Railway (SGR) va da Mombasa a Naivasha, passando per Nairobi. Naivasha ospita un deposito container, spesso definito “porto secco”, poiché consente di alleggerire i porti marittimi evitando investimenti in nuove banchine o aree di stoccaggio.

Per quanto riguarda la rete stradale, sono attualmente disponibili circa 12.707 km. Le rotte principali sono: Mombasa–Bujumbura (Burundi), circa 2.000 km; Mombasa–Kisangani (RDC), circa 3.000 km, che raggiunge l’interno del Paese.

Le vie navigabili interne, un’opzione da non sottovalutare, includono i laghi Vittoria, Albert, Edward, Kivu e Tanganica, oltre ai fiumi Kagera e Nilo. Sul fronte energetico, sono presenti oleodotti da Mombasa a Eldoret e Kisumu, mentre i collegamenti con Uganda e RDC si avvalgono di autobotti.

Progetti in corso

Il nodo cruciale è rappresentato dai progetti in fase di realizzazione. Per quanto riguarda la ferrovia, è prevista l’estensione della SGR verso Kampala e Kigali, per collegare Uganda e Ruanda. Il progetto, del valore di 3 miliardi di dollari, è attualmente affidato a una società turca.

Sul fronte autostradale, si segnalano: la modernizzazione della tratta Kitale–Morpus (75 km), a cura della cinese CICO; l’ampliamento della Nairobi–Nakuru.

Per quanto riguarda i finanziamenti, sono stati emessi i cosiddetti “Panda Bond” cinesi per un valore di 2,77 miliardi di dollari, destinati al finanziamento della SGR. Gli interventi sulle autostrade, invece, sarebbero sostenuti dall’Unione Europea nell’ambito dell’iniziativa Global Gateway.

Vista la sua rilevanza strategica, il Corridoio Settentrionale attira l’interesse dei principali attori extra-africani: Cina, Unione Europea ed Emirati Arabi Uniti. L’obiettivo è anche quello di integrare il Corridoio Settentrionale con quello di Lobito, sostenuto da finanziamenti statunitensi, che collega le regioni minerarie del Katanga (RDC) e del Copperbelt (Zambia) al porto di Lobito (Angola).

Intanto Mombasa si avvicina a Nairobi

In questo contesto, la novità più recente è l’annuncio da parte del governo del Kenya, e in particolare di KENHA (l’autorità per le autostrade), dell’implementazione entro il 2026 della tratta autostradale Mombasa–Mariakani a quattro corsie.

L’ammodernamento di questo tratto rappresenta anche la prima sezione dell’arteria principale del Paese, la Mombasa–Nairobi, ed è un segmento chiave del Corridoio Nord. Come già evidenziato, esso mira a collegare in modo sempre più efficiente e integrato il porto keniano con i Paesi privi di sbocco al mare, come Uganda, Ruanda, Burundi e RDC. Una volta completata, la strada dovrebbe migliorare l’accessibilità e la connettività tra il Kenya e il resto dell’Africa orientale e centrale, riducendo i tempi di percorrenza e i costi operativi dei veicoli lungo il corridoio.

Impatti economici

I corridoi infrastrutturali offrono benefici innegabili per la crescita economica: riducono drasticamente i tempi di transito delle merci e mirano ad abbattere le barriere non tariffarie, contribuendo a mitigare l’impatto negativo dei deficit infrastrutturali. Secondo la Commissione Economica per l’Africa delle Nazioni Unite (UNECA), tali deficit comportano una riduzione annua della crescita del PIL del 2% e della produttività fino al 40% per l’intero continente africano.

Queste infrastrutture promuovono l’integrazione regionale, lo sviluppo delle catene del valore e una maggiore competitività commerciale del continente. Inoltre, la costruzione e la manutenzione delle reti generano un aumento dell’occupazione, un vantaggio significativo per un continente caratterizzato da una rapida crescita demografica e da un’età mediana molto bassa.