E’ veramente pace nella guerra del Coltan, nella incandescente e ricca zona del Lago Kivu, in Africa Orientale. Avevano siglato l’intesa – con la mediazione ‘interessata’ degli Usa (che hanno contestualmente stipulato accordi minerari nell’area) la RDC e il Ruanda.

Ma non era affatto scontato che rispettassero questi patti e si accodassero al nuovo clima più incline al business che alla guerra – i ribelli dell’M23, le truppe cioè che dall’inizio dell’anno avevano destabilizzato l’area invadendo e conquistando Goma e arrivando più a sud fino a Bukavu. La notizia è che hanno avuto un esito positivo anche le trattative coordinate e contigue tenutesi in Qatar.

Ruanda e RDC avevano firmato la pace a Washington, davanti ad un soddisfatto Donald Trump. Stavolta sono stati gli emiri a tessere la tela, della stessa fibra, e a portare a casa l’esito positivo della mediazione. Repubblica Democratica del Congo e il gruppo armato M23, sostenuto non ufficialmente dal Ruanda, hanno firmato un accordo di cessate il fuoco ‘permanente’ 19 luglio. La tregua è stata concordata a Doha e corroborata con una dichiarazione di principi sottoscritta dalle due parti dopo tre mesi di colloqui.
Pace a Doha dopo l’accordo di Washington
Le parti si sono dichiarate in sintonia con l’accordo di Washington e ora – rispettando un cronoprogramma molto dettagliato – lavoreranno alla definizione di un accordo di pace globale. L’accordo, che le due parti hanno dichiarato in linea con l’accordo di Washington, include anche una tabella di marcia per il ripristino dell’autorità statale nella RDC orientale.

Secondo l’Unione Africana il nuovo accordo “segna una pietra miliare importante negli sforzi in corso per raggiungere una pace, una sicurezza e una stabilità durature nella RDC orientale e nella più ampia regione dei Grandi Laghi”.

Il presidente ruandese Paul Kagame e il presidente congolese Félix Tshisekedi si incontreranno nei prossimi mesi per consolidare il patto della Casa Bianca.

Ricca di risorse naturali, in particolare di minerali preziosi nell’era digitale, oro e terre rare, la parte orientale della Repubblica Democratica del Congo è stata sconvolta da conflitti vari per tre decenni. Migliaia di persone sono state uccise nell’offensiva dell’M23 all’inizio di quest’anno, con una crisi umanitaria ormai quasi permanente nell’area.