PPP in Kenya, il patto con la Cina per le grandi infrastrutture

SOMMARIO

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L’acronimo PPP sta per partenariato pubblico privato. E questa formula pare tornare d’attualità dopo l’accordo di alleanza strategica siglato tra Pechino e Nairobi. Per il Kenya, appare pure come una maniera pragmatica di risolvere i problemi del credito e sbloccare le grandi opere di cui il Paese ha bisogno.

Rimane memorabile per tutti i kenioti quanto accade meno di un anno fa. Il 25 giugno del 2024, con l’attacco al Parlamento di Nairobi dei giovani che protestavano contro le tasse del governo, si confermò quanto sia difficile far ‘svoltare’ un Paese emergente. Uscire da una condizione di dipendenza da risorse finanziarie costose e di complicata reperibilità.

Viaggio in Cina

Il recente viaggio in Cina del presidente del Paese, William Ruto, finisce per essere collegabile a quelle giornate difficili : Forse le peggiori in assoluto nella storia del suo governo.

Le rivolte di quei giorni contro il Finance Bill, attraversarono l’intero territorio. E non erano altro che il riflesso di un grande problema a monte. Con Ruto incostato in una sorta di circolo vizioso finanziario. Un labirinto in cui tutte le economie deboli, anche quando vivaci  e con un buon potenziale, rischiano di inoltrarsi. Da una parte la necessità degli esecutivi – anche per motivi elettorali – di finanziare senza pagare ‘dazio’ politiche di investimenti produttivi essenziali per favorire uno sviluppo duraturo. Dall’altra i limiti posti a queste istanze e disegni dalle severissime istituzioni finanziarie internazionali.

PPP soluzione che ritorna

Il Finance Bill 2024 nasceva con l’obiettivo – chiedendo però ai kenioti lacrime e sangue – di rimborsare ingenti prestiti ad altri Paesi e a diverse istituzioni finanziare, come il Fondo Monetario Internazionale, la Banca Mondiale, la Exim cinese (una Banca di import export) e quella statunitense.

Costretto a fare marcia indietro dalle proteste, Ruto sta cercando in questi mesi su altre sponde – Emirati, Usa, Cina – le risorse finanziarie per far crescere il suo Paese. Uno degli strumenti chiave utilizzati in questi accordi sono il delineare progetti di partenariati pubblico-privati.

I PPP sono stati concepiti – Ruto o non Ruto – proprio come la soluzione strategica adatta ad un Paese come il Kenya per colmare il divario nei finanziamenti delle infrastrutture senza aggravare l’onere del debito nazionale.

Ed esiste ora un definito quadro giuridico a cui si sono agganciati una serie di accordi quadro – in primis quello con la UE – ma anche alcune iniziative passate all’operatività.

Una case history positiva, la Nairobi Expressway

In questi ultimi anni, così ricostruisce sul tema un articolo di businessdailyafrica, i risultati di queste operazioni sono stati spesso deludenti, con molti progetti che si sono arenati per motivi burocratici o perché le prospettive degli affari, strada facendo, avevano mostrato di non essere win-win per tutti i partner coinvolti.

Una case history complessivamente positiva è stata certamente la Nairobi Expressway. Lunga 27 chilometri, progettata per collegare l’Aeroporto Internazionale Jomo Kenyatta con l’area di Westlands a Nairobi, questa superstrada a 4 corsie ha suscitato polemiche per l’impatto ambientale (la costruzione ha portato alla riduzione di spazi verdi e all’abbattimento di alberi), i costi elevati dei pedaggi, gli spostamenti forzati dei residenti sfollati dalla zona.

Ma nonostante queste controversie, la strada è stata completata e inaugurata nel 2022, riducendo i tempi di viaggio da circa un’ora a soli 15-20 minuti. È stata costruita attraverso una partnership pubblico-privata tra il governo del Kenya e la China Road and Bridge Corporation (CRBC).

Le nuove autostrade? Finanziate come la superstrada per l’aeroporto

Fanno parte dei PPP ancoratisi, invece, gli accordi con il gruppo indiano Adani per l’ammodernamento e la costruzione di linee di trasmissione ad alta tensione a Nairobi, nell’ambito di un accordo trentennale. Più controverso e ambiguo, invece, è il caso della superstrada Nairobi-Mombasa, inizialmente assegnata alla società statunitense Bechtel. Il progetto è stato sospeso nel 2019 a seguito di disaccordi sui modelli di finanziamento e preoccupazioni circa i crescenti livelli di debito del Kenya, ora è stato però di nuovo rilanciato. L’accordo formalizzato di recente chiama in causa KeNHA, acronimo che sta per Kenya National Highways Authority e la società americana Everstrong Capital Lcc.

Sempre sul terreno delle infrastrutture di viabilità, esemplare, infine, il caso del progetto della Nairobi-Nakuru-Mau Summit Road, che coinvolgeva un consorzio francese.

Il contratto è stato risolto qualche anno fa, ma ora Ruto ne ha espressamente pianificato il rilancio proprio trattandone il futuro a Pechino. Questa arteria sarebbe essenziale per collegare la parte ovest del Paese al resto del territorio, nel quadro di un’azione governativa che punta molto sul turismo per portare in patria denaro pregiato.

Istruzioni per l’uso

Secondo Business Daily affinché il programma PPP del Kenya riprenda slancio, “la leadership istituzionale e la disciplina devono essere al centro dell’attenzione”. Essenziale il fatto che gli accordi siano eccellenti, ma anche che i progetti “offrano un buon rapporto qualità-prezzo, maggiore trasparenza nell’acquisizione dell’accordo e nella comunicazione”.

Punto nodale, “il capitale privato deve essere mobilitato per progetti che rispondano alle priorità nazionali e all’interesse pubblico, non per interessi privati che si spacciano per benefici pubblici”.

Dulcis in fundo, si deve “eliminare il velo di segretezza che circonda i progetti, spingere in maniera proattiva per la realizzazione, ridurre i tempi di realizzazione e diventare ancora più attrattivi è un compito che la politica deve svolgere favorire l’integrazione strategica del capitale pubblico e privato”.