‘New Year’s Forum’, ecco i trend del 2025. Scenario fluido sui temi ESG

Tra il dicembre 2024 e il gennaio 2025 attraverso la piattaforma dell’istituto di ricerca SWG sono stati interrogati 100 esperti tra dirigenti di imprese ed enti, docenti universitari, politici e giornalisti. Obiettivo, capire ciò che potrà accadere nel 2025 in Italia e nel mondo e quali saranno le sfide più importanti che il Paese dovrà affrontare nel corso dell’anno.

Un anno identificato dagli esperti come estremamente incerto, per motivi molto legati alla geopolitica, decisamente fluida.

Su una dimensione meno contingente, però, due grandi sfide si pongono comunque per il Paese, quella dell’innovazione e quella demografica.

Lo studio prova a rispondere su temi critici. Ad esempio, sul ‘lavoro del futuro’, la sostenibilità del welfare, la qualità della formazione, ma anche l’inclusione, il contrasto al cambiamento climatico, il nuovo ruolo dell’Italia nello scenario internazionale.

In cosa consisterà il potere tra 20 anni? Nel controllo delle risorse tecnologiche e delle materie prime, nell’avere in dotazione di capacità militari adeguate, ma anche nel dominio della evoluzione della IA e dei materiali necessari per realizzare la transizione ecologica.

Interessante il capitolo che indaga su come stanno cambiando le politiche ESG e in tema di diversity e inclusione dentro le aziende.

Quanto sono economicamente e politicamente sostenibili le attuali scelte energetiche ed ambientali? Secondo gli esperti interrogati sono “Sostenibili e necessarie. Ma bisogna essere convinti della loro urgenza e investire risorse e efficacia nella realizzazione delle politiche e misure decise. Se si dubita o si cambia strada ci ritroveremmo con effetti disastrosi senza soluzione”. Ma è pure vero che “Sono necessarie data l’emergenza climatica che impone, come dice la scienza, di ridurre al massimo le emissioni e investire in adattamento”. In quanto indispensabili, però, “devono essere realizzabili”.

In tema ESG

La diversity e inclusion nella nuova era? Una sorta di premessa, alla fine, è che “Alcune aziende statunitensi potrebbero essere impattate da una visione politica trumpiana e diminuire gli sforzi e gli investimenti”. Tra i pareri, due in particolare, sono inclini al realismo demografico.

Il primo sostiene che “Le policy di D&I dovranno essere finalizzate a sostenere la presenza di persone sempre più anziane sui luoghi di lavoro; quindi, il tema delle generazioni sui luoghi di lavoro sarà sempre più rilevante.”

Il secondo, invece, dice che “La crescente complessità della società si rifletterà nelle aziende; ma il mercato del lavoro sarà sempre più globalizzato; quindi, le aziende che non saranno in grado di avere politiche di d&i diventeranno meno attrattive.”

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