8 per Mille rivisto: Zuppi deluso, governo sorpreso

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Nel 2024, la Chiesa Cattolica ha incassato circa 990 milioni di euro dall’8 per mille, che rappresenta quasi il 70% del totale di 1 miliardo e 320 milioni di euro raccolti. Nel 2023 la cifra destinata alla Chiesa era stata superiore a 1 miliardo di euro.

Al secondo posto nella distribuzione dell’8 per mille nel 2024 c’è lo Stato, che ha ricevuto una quota significativa dei fondi, a quota 340 milioni. Al terzo la Chiesa Valdese, a quota 40,3 milioni, che utilizza i fondi esclusivamente per progetti sociali, assistenziali, umanitari e culturali, senza impiegarli per il culto. Oltre che delle scelte espresse dai contribuenti, la Chiesa beneficia anche delle quote non esplicitamente destinate, che vengono ripartite in proporzione alle preferenze espresse.

La ‘rimonta’ dello Stato

8 per Mille, i cinque ambiti dello Stato sono diventati sei

Per chi sceglieva di destinare allo Stato l’8 per mille, valeva la possibilità di indirizzare questa quota a vari ambiti, tra cui la fame nel mondo, calamità naturali, edilizia scolastica, assistenza ai rifugiati e beni culturali.

Ebbene, il cardinale Matteo Zuppi ha espresso delusione per la decisione del governo di modificare le modalità di attribuzione dell’8 per mille. Secondo Zuppi, questa scelta danneggia la Chiesa cattolica e le altre confessioni religiose firmatarie delle intese con lo Stato, alterando la logica dell’accordo pattizio.

Il governo ha replicato affermando che la modifica consiste soltanto nell’aggiunta di una sesta finalità, destinata al recupero dalle tossicodipendenze e altre dipendenze patologiche, senza stravolgere il meccanismo esistente. Tuttavia, Zuppi ha sottolineato che questa modifica potrebbe ridurre le risorse disponibili per la Chiesa, che le utilizza per la lotta alla povertà, l’educazione e altre emergenze.

Composizione del contenzioso

Zuppi, comunque, conta comunque su una composizione del contenzioso, ricordando che “le finalità proprie per le quali il meccanismo dell’8×1000 è stato istituito e che non possono essere modificate, se non di comune accordo”.

Prima dell’introduzione dell’8 per mille con la legge n. 222 del 1985, lo Stato italiano finanziava la Chiesa Cattolica principalmente attraverso il sostentamento diretto del clero e altre forme di contributi pubblici. Questo sistema era regolato dal Concordato Lateranense del 1929, che stabiliva il cattolicesimo come religione di Stato e prevedeva finanziamenti statali per il clero e le attività ecclesiastiche.

Con la revisione del Concordato nel 1984, il cattolicesimo perse lo status di religione ufficiale dello Stato, e il sistema di finanziamento diretto fu sostituito dall’8 per mille, che permette ai contribuenti di destinare una quota dell’IRPEF alla Chiesa Cattolica o ad altre confessioni religiose riconosciute. Questo cambiamento ha reso il finanziamento più trasparente e basato sulle scelte dei cittadini.